Passerelle Laziomar “pericolose”, Rinascita per Ponza informa la Capitaneria

Riportiamo un intervento del comitato “Rinascita per Ponza”, a firma del presidente Silverio Botto, inviato via e-mail alla Capitaneria di Porto di Gaeta e alla divisione Circomare di Ponza. Una lettera di denuncia circa la pericolosità della passerella per gli imbarchi degli automezzi a bordo del catamarano San Francesco, in uso alla gestione privata della compagnia di trasporto pubblico Laziomar, per le tratte marittime sull’isola. Si segnalano inoltre le lacune delle procedure di rilascio dei pareri circa la sicurezza di questa infrastruttura testata in condizioni di mare calmo e senza vento.

“Al Comandante Circomare, Ponza
e, p.c.
Al Comandante Capitaneria di Porto, Gaeta


 Oggetto: Passerella per catamarano Don Francesco depositata in banchina molo S. Lucia.

Signor Comandante,
lei è sicuramente a conoscenza dei gravi disservizi – per i cittadini delle isole ponziane – nei collegamenti marittimi imposti dalla Compagnia Privata Laziomar. Corse che saltano in continuazione, orari che cambiano un momento prima della partenza, sofferenza assicurata per chi viaggia, perdite di posti di lavoro dei marinai isolani (che sono in agitazione sindacale), caduta verticale della qualità dei servizi, arretramento nella offerta commerciale e turistica.

Su questi argomenti la lettera aperta inviata al Sindaco di Ponza, ripresa di diversi giornali: leggi qui. )

Siamo a conoscenza che per esempio sul demanio marittimo ed i porti, sostanzialmente, sono stati individuati tre ambiti di competenze rispettivamente nel demanio costiero, nel demanio portuale nei porti di grande rilevanza commerciale e nel demanio dei porti medio-piccoli dove la competenza amministrativa, a tutt’oggi, rimane divisa tra varie istituzioni (Enti Locali, Autorità Portuali ed Uffici Periferici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) creando, talvolta, situazioni confliggenti con i principi generali posti alla base dell’attività amministrativa e gestionale, che si informa a principi di omogeneità ed uniformità d’azione.

Ma sicuramente alle Capitanerie sono delegate la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, oltreché la tutela dell’ambiente marino, dei suoi ecosistemi e l’attività di vigilanza dell’intera filiera della pesca marittima, dalla tutela delle risorse a quella del consumatore finale. A queste ultime si aggiungono le ispezioni sul naviglio nazionale mercantile, da pesca e da diporto, condotta anche sulle navi mercantili estere che scalano i porti nazionali.

A riguardo dell’imposizione della pedana sul molo S. Lucia per permettere l’attracco del catamarano Don Francesco, ci è ritornato alla mente un grave episodio accaduto qualche anno fa (26 sett. 2010) nel porto di Genova quando una coppia di turisti tedeschi è morta precipitando con la propria auto in acqua mentre sbarcava dal traghetto Moby Otta giunto da Olbia (leggi qui la relativa nota ANSA).

Genova sett. 2010

Signor Comandante, certamente in molti incidenti nei quali  si verifica la perdita di vite umane c’è l’imperizia o l’errore umano ma quando si avallano provvedimenti che  forzano la realtà delle cose, allora l’errore umano – che dovrebbe essere una eccezione quindi non prevedibile – può diventare più probabile per cui prevedibile e quindi evitabile.

E’ successo a Ponza: gli armatori privati della Laziomar hanno deciso di impiegare sulla tratta Formia- isole il Don Francesco. Si è fatta una prima prova di attracco, alla presenza degli amministratori locali e degli ufficiale della Capitaneria e si è subito capito che il “portellone” del catamarano era troppo alto rispetto alla banchina S. Lucia per cui le operazioni di carico e scarico erano impossibili da effettuare.

Don Francesco. Incompleta apertura della passarella

Apertura completa

La compagnia non si è persa di coraggio ha fatto approntare una pedana costituita da tre pezzi di forma triangolare che sistemati sulla banchina dovevano fare da appoggio al portellone della nave per rendere lo sbarco delle auto e dei mezzi pesanti possibile. Anche la seconda prova è fallita perché il “portellone” del catamarano non poggiava bene sulla pedana a terra, per cui, i tre elementi sono stati riportati via per essere rimodellati.

Trasporto delle pedane

Si è fatta quindi la terza prova sempre alla presenza degli amministratori comunali e di quelli della Circomare Ponza, ovviamente assistevano a questa scena anche dei ponzesi che curiosi cercavano di capire “dove si sarebbe arrivati nelle sperimentazioni”. Questa volta però la pedana a terra era di forma trapezoidale per cui la manovra, di attracco e di abbassamento del portellone sulla base minore della pedana è andata bene.”

Questa operazione è avvenuta in assenza di vento e con mare calmo. Presupponiamo che sia certamente più a rischio quando il mare è agitato oppure c’è magari vento di ponente.

Ci chiediamo: come si fa a dare un parere sulla sicurezza senza avere provato gli attracchi in presenza di vento di ponente oppure di mare agitato in modo da essere certi che l’operazione soddisfi quegli  standard di sicurezza per mezzi e persone in qualsiasi condizione meteo marina e di flusso turistico?

La pedana poi, deve essere spostata per essere posizionata al momento dell’attracco del catamarano per poi di nuovo rimossa per liberare la banchina, che rimane lo scalo base per tutti gli arrivi e le partenze delle attività di traffico e commerciali. Questa operazione, che avviene con una gru privata, impone l’isolamento di una certa area per la sicurezza di persone e cose per cui diversi militari, presupponiamo della capitaneria, devono essere impiegati per isolare la zona di manovra della gru e questo nel periodo estivo significa sottrarre, alla capitaneria, personale che potrebbe occorrere per soccorso in mare o altro.

Infine c’è l’aspetto dell’occupazione di una banchina, infatti la pedana viene depositata sul margine del molo S. Lucia. Certo l’amministrazione potrebbe rilasciare una concessione per regolarizzare il deposito ma questo secondo noi sarebbe un’altra forzatura, perché la pedana rimane una struttura che occupa uno spazio di molo che dovrebbe essere lasciato libero, senza contare l’aspetto deturpante che la presenza di una struttura così ingombrante e visivamente antiestetica produce in un ambiente di grande valore paesistico e storico quale il porto borbonico.

Signor Comandante noi pensiamo che per motivi di sicurezza di vite umane, di opportunità organizzativa, di occupazione demaniale incompatibile con la libera fruizione di una zona portuale, di deturpazione della armonia estetica dell’ambiente portuale non possa essere consentita l’utilizzo della pedana al catamarano Don Francesco. Se consentita ulteriormente, essa rimane per noi una forzatura che può mettere a rischio l’incolumità della vita umana e in generale l’organizzazione commerciale in zona molo S. Lucia. Sicuri di ricevere la giusta attenzione porgiamo i nostri più cordiali saluti

Comitato Rinascita per Ponza (Presidente Silverio Botto)