Nessun colpevole per la morte del 36enne Mirko Bilello, deceduto a Latina, il 3 novembre 2012, mentre si allenava in palestra.
Gli inquirenti avevano chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, sia per il titolare della “Tekno Gym”, dove si era consumato il dramma, Patrick Fatone, che per il presidente dell’associazione “Asd Activa-Birk Fight Club”, Andrea Pacilli, che nella palestra si occupava di kick boxing.
L’ipotesi era quella che i due fossero responsabili dell’accaduto non avendo chiesto al 36enne, al momento dell’iscrizione, il certificato medico attestante l’idoneità del latinense a svolgere attività sportiva.
Dopo aver ascoltato in aula il perito Silvestro Mauriello, medico legale, lo stesso pm Marco Giancristofaro ha però chiesto l’assoluzione dei due imputati, che avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, assoluzione disposta dal giudice Mara Mattioli.
Il dott. Mauriello ha infatti specificato che non vi era alcun nesso di causa ed effetto tra l’attività sportiva e la morte del 36enne, deceduto per un’insufficienza cardiorespiratoria per fibrillazione ventricolare, secondaria a un’ischemia miocardica. I difensori di Fatone e Pacilli, gli avvocati Luigi Pescuma, Luigi D’Aniello e Silvia Siciliano, hanno inoltre evidenziato come la norma non preveda alcun obbligo sull’acquisizione del certificato medico.
“Resta il profondo rammarico per la morte di Bilello. La nostra è stata solo una vittoria professionale”, ci ha tenuto a sottolineare l’avvocato D’Aniello.