Mercoledì 3 febbraio, alle 11, in località fosso Scolaguardia, in via San Nicola, sito individuato per l’apertura della nuova cava di calcare a Cori, nei pressi del Monte Maiurro, recentemente autorizzata dagli uffici della Regione Lazio, si terrà una manifestazione promossa da Circolo Legambiente ‘Cora Viridis’, amministrazione comunale di Cori e Comitato ‘NO Cava’.
Sarà presente il sindaco Tommaso Conti, i suoi assessori e consiglieri, e i volontari ambientalisti. Tra gli invitati i primi cittadini di: Sermoneta, Maenza, Sezze, Pontinia, Norma, Roccasecca, Bassiano e Carpineto Romano.
Sulla scia delle iniziative intraprese dal Comune di Cori e della mozione approvata in Consiglio comunale il mese scorso, l’azione vuole ribadire la contrarietà della comunità locale e di altre realtà provinciali a questo e ad ulteriori sfregi al paesaggio, in un territorio che aveva finora retto al proliferare indiscriminato di escavazioni, in una regione, il Lazio, tra le più scavate d’Italia, come conferma uno degli ultimi rapporti nazionali del Cigno Verde, che nelle prossime settimane terrà altri presidi nelle zone più sensibili della provincia di Latina.
In un periodo in cui l’edilizia è in forte calo non vi è alcun rilevante interesse socio economico sovracomunale a procedere, e nel caso specifico l’eventuale presenza di tre cave in un fazzoletto di terra (Monte Maiurro, Contrada Perunio, Colle Medico) potrebbe addirittura aprire la strada all’ipotesi di costituzione di un polo estrattivo, che significherebbe poter continuare a scavare ad oltranza.
Una situazione ancor più grave se si pensa all’irrisorio ritorno di benefici per la collettività derivante dall’attività estrattiva, ed anche in questo caso il Lazio detiene un primato negativo.
Allo stesso tempo si punta a riportare l’intera materia al centro dell’attenzione e della decisione politica, per evitare che scelte così rilevanti continuino ad essere demandate ai burocrati regionali senza alcun controllo politico.
La potestà programmatoria in questo settore spetta esclusivamente ai Comuni, nell’ambito del Piano Regionale delle Attività Estrattive. Per questo motivo si rinnova l’invito alla Regione Lazio a rimettere il tema cavazione in cima alla sua agenda politica, a ripensare le modalità di programmazione dell’attività estrattiva e a rivedere la normativa di riferimento.