Ospedale, saluti e “stampelle”: Presidio Centro spaccato in due

Una protesta inscenata nel 2015 da Comitato ospedaliero e utenti

Reazioni a catena, malumori, appelli, possibili barricate. Il Presidio Centro non si fa mancare nulla. Ultimo “pasticcio” in ordine di tempo, quello originato dal prepensionamento dei giorni scorsi del dottor Salvatore Valente, a lungo a capo della Cardiologia dell’ospedale di Fondi. Una decisione riconducibile alle ultime evoluzioni del reparto: passato da Unità operativa complessa a semplice , con l’ex primario peraltro declassato a semplice responsabile; e trasferito in altri locali del “San Giovanni di Dio”, considerati non idonei, per far posto a Cim e servizio Veterinario.

Nemmeno il tempo di commentare la dipartita professionale dell’ex primario di Cardiologia, ennesimo tassello del progressivo “sfaldamento” dell’ospedale della Piana, ed ecco le polemiche. Palesatesi con i recenti malumori degli operatori dell’ospedale di Terracina: a partire da lunedì, l’addio di Valente porterà i quattro cardiologi del Presidio Centro – tre in carico al “Fiorini”, uno a “San Giovanni di Dio” – a sdoppiarsi. In servizio stabile all’ombra del tempio di Giove, e nel contempo impegnati a garantire la reperibilità notturna in quel di Fondi. Disposizione Asl che da Terracina sembrano aver mal digerito: il “soccorso” all’agonizzante nosocomio fondano è considerato deleterio per tutto il servizio. Una decisione percepita come irrazionale, con gli operatori del “Fiorini” che avevano auspicato tutt’altro: il trasferimento del punto nascita di Fondi – ritenuto oltretutto pericoloso per via dei pochi servizi a supporto – a Terracina, con annessa istituzione di una guardia cardiologica H24.


Il possibile “scippo” di uno dei pochi fiori all’occhiello rimasti al “San Giovanni di Dio”? Apriti cielo. La sola eventualità ha fatto sobbalzare il Comitato ospedaliero fondano e la collegata Fondazione. Agguerriti più che mai, i due sodalizi: “Non è bastato il depotenziamento già subìto in questi anni? Il punto nascita – hanno detto il presidente del Comitato Lucio De Santis e il vicepresidente della Fondazione Daniele Terenzio – rappresenta uno degli ultimi punti fermi del nostro nosocomio, con numeri che a livello provinciale si stagliano. Già il solo auspicio di un trasferimento al ‘Fiorini’ rappresenta un’ipotesi che ci lascia basiti. Sembra stia entrando in gioco del campanilismo che, come abbiamo detto nelle più disparate occasioni, è inopportuno. La sanità dovrebbe essere di tutti. E poi, tra l’altro, noi non ci siamo mai lamentati quando i nostri camici bianchi erano costretti a fare la spola dai ‘cugini’ di Terracina. Come pure abbiamo sempre accolto gli utenti di quel Comune, con servizi che vanno avanti anche grazie ai macchinari donati dalla Fondazione. Ripetiamo, non serve fare campanilismo. Ma guai anche solo a pensare di spostare il punto nascita. Siamo pronti ad opporci in ogni modo”. Messi i puntini sulle “i”, De Santis e Terenzio passano a un auspicio: “L’ospedale di Fondi va supportato, non lasciato morire. Speriamo che la politica locale si muova con decisione, e di essere ricevuti al più presto dal nuovo direttore generale dell’Azienda sanitaria. Che ci auguriamo, a differenza del suo predecessore, Michele Caporossi, non resti sordo alle istanze provenienti dalla vasta utenza del ‘San Giovanni di Dio’. Vorremmo che insieme al ‘Fiorini’ andasse a rappresentare un unico corpo, un vero e proprio polo autonomo come quelli di Latina e Formia”.