Stangata per il Comune di Ponza. La De Vizia, società che in precedenza gestiva il servizio di raccolta rifiuti sull’isola, ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Cassino un decreto ingiuntivo da 2,9 milioni di euro, ora recapitato all’ente locale.
L’azienda reclama alcune fatture non pagate e soprattutto la differenza tra quanto le è stato liquidato e quel che prevedeva il contratto d’appalto.
Una vicenda complessa, che sembra destinata ad aprire una lunga e pesante battaglia nelle aule di giustizia.
Nel 2011, prima che la giunta Porzio crollasse sotto i colpi dell’inchiesta e degli arresti per la cosiddetta “cricca”, in cui finì anche il problema della monnezza, l’amministrazione aveva iniziato a rivedere il rapporto con la De Vizia, operazione che portò però poi a termine il commissario prefettizio inviato a Ponza per gestire il Comune.
Alla luce dell’attività svolta dall’azienda, le somme previste dall’appalto vennero giudicate eccessive e alla società l’ente iniziò a liquidare la metà. Scelta mantenuta dalla giunta Vigorelli, considerando anche che sulla vicenda un’altra inchiesta portò all’ipotesi di frode in pubbliche forniture e ad altri arresti. Sempre l’attuale esecutivo, scaduto il contratto, prima di ultimare la nuova gara, prorogò infine il servizio e pagò sempre la metà, decisione contestata dalla De Vizia, che fece ricorso, ma avallata dal Tar.
Ora, però, saltato l’accordo transattivo tra l’ente locale e la società di igiene urbana, il Tribunale di Cassino ha concesso all’azienda il decreto ingiuntivo e sul Comune è caduta una tegola pesante.
“Faremo opposizione al decreto ingiuntivo e dimostreremo di essere nel giusto”, assicura il sindaco Piero Vigorelli. E aggiunge: “Con la nuova gara siamo riusciti a triplicare i servizi, a partire da una vera raccolta differenziata dei rifiuti e aggiungendo anche la pulizia di spiagge e sentieri, e paghiamo il 48% in meno”.