A quanto risulta, infatti, a Formia in località Santa Croce, sulla via Appia Lato Napoli al km 148,465, insiste un distributore di proprietà di una società di San Giorgio a Cremano tra i cui soci al 50% figura proprio la Kuwait Petroleum Italia insieme a un’altra società con sede sempre a San Giorgio a Cremano. Un impianto per cui nel dicembre 2014 la Provincia di Latina – Settore Ecologia e Ambiente – aveva rilasciato proprio alla Kuwait Petroleum Italia autorizzazione ai soli fini idraulici per lo scarico nel corso d’acqua superficiale confluente nel “canale acque bianche” nel Comune di Formia (OI_2521_2014_ARCHIVIAZIONE_KUWAIT_PETROLEUM_ITALIA_SPA).
Da quanto abbiamo accertato, inoltre, analogamente insiste un’altra pompa di benzina, di proprietà di una società con sede a Napoli ma di cui la Kuwait Petroleum Italia è titolare del 33,31%: è ubicata sulla strada provinciale Ausente km 4+500, nei pressi della rotonda dei Cerri a Minturno.
Agli otto indagati dell’inchiesta campana viene contestato lo stoccaggio di ingenti volumi di rifiuti pericolosi (42mila metri cubi di acque oleose) nei serbatoi installati nel deposito fiscale Kuwait di Napoli e il loro successivo smaltimento illecito al fine di non sostenere le spese per il corretto trattamento delle sostanze, il tutto in accordo con i responsabili del deposito di Napoli. Accuse verificate con intercettazioni telefoniche e verifiche di mail sui pc sequestrati ma da cui la Kuwait Petroleum Italia si difende asserendo “la piena correttezza del proprio operato e il puntuale rispetto di tutte le norme di legge nello svolgimento delle proprie attività”.