“Marò liberi”, l’incontro a Formia

In una sala “Sicurezza” piena, si è svolta il convegno “Marò liberi”, organizzato dal movimento “Sovranità-Prima gli Italiani” a Formia. Padroni di casa i militanti di “Sovranità Sud Pontino”, con il coordinatore Marco Moccia che inizia a parlare facendo una breve introduzione al tema, per poi presentare i relatori, gli On. Modesto Della Rosa e Alberto Arrighi e l’Ing. DI Stefano.

Un momento dell'incontro
Un momento dell’incontro

Inizia l’On. Modesto Della Rosa che parla dell’inconsistenza e incapacità dello Stato italiano sulla questione marò, incita alla rivoluzione dell’opinione pubblica sulla questione e non solo, parla dei valori della “destra”, che sono fondamentali per la rinascita della nostra patria, ma che in realtà sono qualcosa che va al di lá delle posizioni politiche, continua dicendo che serve il rilancio della “comunità” in questo mondo in cui la politica è diventato solo affare anche in campo internazionale, una politica che non risponde più al popolo italiano ma solo alle lobbies ed al grande capitale.


Dopo l’On Della Rosa, la parola passa all’ Ing. Luigi di Stefano, perito dello Stato, che apre dicendo che fin dall’inizio di questa triste vicenda i documenti ed i movimenti dell’India risultavano già contraddicenti.
Continua dicendo che l’Italia ha rinunciato alla propria sovranità escludendo i periti della difesa dalla perizia balistica è da lì è partita una campagna di colpevolezza appoggiata dai media considerando che le perizie indiane sono segregate.

Dopo la richiesta dei capi d’accusa fatta dall’ing. Di Stefano, che sono stati fatti pervenire al Tribunale del mare di Amburgo, finalmente sono iniziati a venire alla luce tutte le prove documentate sulla non colpevolezza dei nostri marò, come ad esempio la questione delle pallottole di calibro troppo elevato per i fucili in dotazione ai due fucilieri, cosicchè in questo modo é crollato tutto l’impianto accusatorio indiano e non è un caso se questa documentazione sarà portata al Tribunale Dell’Aia per la difesa dei due militari.

Le conclusioni sono lasciate all’On. Alberto Arrighi, dirigente nazionale di Sovranità ed esperto di geopolitica, che illustra la rete di interessi economico-finanziari che ruota attorno a tutta questa vicenda, con il coinvolgimento di Finmeccanica, De Benedetti, Bombassei e Colaninno, in pratica il gotha industriale italiano che in caso di controversie diplomatiche con gli indiani avrebbero rischiato di veder messi in pericolo i loro affari.

Quindi ecco che cade tutto il castello di carta indiano, con responsabilità politiche precise, sia dei governi italiani che hanno gestito in maniera penosa la vicenda, Governo Monti, Governo Letta e Governo Renzi, sia dei mass media che hanno preferito le “versioni ufficiali” ma poco attendibili e fin dall’inizio mendaci, invece di ricercare la verità.

Conclude dicendo che c’è stata una palese rinuncia di sovranità da parte dell’Italia sulla vicenda, e che ciò non è ammissibile per uno Stato di diritto come il nostro, urge recuperare immediatamente la dignità e la sovranità perdute in questi anni con l’obbiettivo primario di riportare al più presto a casa i nostri due soldati Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.