Check-up di Impresa 2015, persi tremila posti di lavoro in un anno

La Confartigianato Imprese Latina ha presentato oggi i risultati di Check-up di Imprese, l’indagine condotta in collaborazione con le Camere di Commercio. Al convegno di oggi erano presenti il direttore provinciale di Confartigianato Ivan Simeone; il presidente Aldo Mantovani; la coordinatrice del progetto e presidente di Confartiginato Donna Impresa, Marina Gargiulo; il presidente della Camera di Commercio Vincenzo Zottola; il presidente Provinciale di Confartigianato Edilizia, Riccardo Ciotti; il professore Bernardino Quattrociocchi della Facoltà di Economia de La Sapienza di Latina; e il senatore Mario Mauro.

Tra il pubblico che ha riempito la sala conferenze dell’Hotel Europa, si sono visti esponenti politici quali Enrico Forte (candidato sindaco del PD), Gioacchino Quattrola (segretario comunale del PD), Gianluca Di Cocco (ex assessore al Turismo e coordinatore comunale di NCD), Fabio Tontini (ex consigliere comunale ed ex FdI), Angelo Tripodi (ex assessore al Commercio), l’ex europarlamentare Stefano Zappalà e l’ex assessore Marco Picca. Tra gli esponenti del mondo economico, hanno assistito al dibattito il segretario generale della Camera di Commercio Pietro Viscusi; l’esponente di Confcommercio Italo Di Cocco, il direttore di Federlazio, Saverio Motolese; il direttore della CNA, Antonello Testa; il Presidente di Confesercenti, Pino Fiacco; il direttore di Confcommercio, Salvatore Di Cecca. I sindacati erano rappresentati da Tommaso Ausili della Cisl. Presente anche il referente della Compagnia delle Opere Lidano Lucidi. Hanno assistito al convegno anche tanti esponenti del mondo bancario.


I dati illustrati da Ivan Simeone, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, dicono che la realtà di Latina registra 35.463 microimprese (fino a 10 addetti) aggiornate a settembre 2015, con un saldo negativo di oltre 3 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2014. Tuttavia il peso di tali aziende nell’economia è rilevante: le microimprese sono il 65,8% delle aziende totali. L’importanza delle microimprese è evidente anche dal numero degli occupati: 68.205 contro i 71.500 di un anno prima, e anche in questo caso si evidenzia un saldo negativo di circa 3 mila unità. Lo stesso trend si riscontra anche nelle imprese che hanno fino a 20 addetti, e in quelle che hanno meno di 50 dipendenti. Arrivano segnali negativi anche dall’artigianato dove nel 2015 si contano 9.233 aziende contro le 9.305 del 2014. I dipendenti impiegati nell’artigianato erano 8.215 nel 2014, sono 7.801 nel 2015. Nel quadro illustrato da Ivan Simeone non poteva mancare un riferimento ai procedimenti civili nei quali si imbattono spesso le imprese pontine. Ebbene, dalle ricerche effettuate dall’Ufficio Studi di Confartigianato è emerso che un processo dura in media 1848 giorni (5 anni) tra primo e secondo grado.

Marina Gargiulo ha invece spiegato ampiamente i dati emersi dal Check-up d’Impresa realizzato da Confartigianato Imprese Latina in collaborazione con la Camera di Commercio. L’analisi è stata fatta somministrando un questionario agli imprenditori locali divisi tra Latina città, borghi, Terracina, Aprilia, Cisterna e Formia. Il primo risultato emerso è che l’80% delle imprese lamenta la difficoltà di accesso al credito. Altri problemi evidenziati dal 20% delle aziende sono: la carenza di servizi, la mancanza di punti di riferimento sul territorio e il mediocre supporto per la conciliazione famiglia/lavoro. Una soluzione potrebbe essere fare squadra, ma le aziende a cui è stato sottoposto il questionario nella maggior parte dei casi non sono a conoscenza dell’esistenza delle reti di impresa. A proposito di servizi alle imprese, il 36% degli intervistati vorrebbe più supporto nel settore finanziario, segue un 24% che chiede più assistenza nel settore legale e un 21% che necessita di assistenza fiscale. Sul fronte dell’accesso al credito il 70% degli intervistati ammette la difficoltà ad ottenere finanziamenti. Di questo campione il 64% non possiede garanzie sufficienti, il 21% lamenta tempi troppo lunghi e un rimanente 15% si vede respingere la domanda. Tuttavia dall’analisi è emerso anche che il 59% delle imprese non sa che può ricorrere ai Confidi per ottenere garanzie.

Al termine della presentazione della ricerca è seguito il dibattito dei relatori.

“Oggi diamo i numeri, dobbiamo fotografare la realtà locale, capire il problema e poi sta alla politica dare una soluzione – ha dichiarato Ivan Simeone – Ognuno deve fare il proprio lavoro con il proprio ruolo: noi come associazione di categoria dobbiamo portare avanti gli interessi degli artigiani, delle piccole imprese, dei commercianti, e la politica deve dare soluzioni. Noi possiamo supportare la politica ma non sostituirci ad essa”.

Marina Gargiulo nella veste anche di presidente di Confartigianato Donna Impresa, ha commentato brevemente i problemi delle donne che fanno impresa: “Le donne imprenditrici e artigiane si lamentano della difficile conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della famiglia, perché non ci sono strumenti adeguati che supportino la loro attività”.

Vincenzo Zottola ha commentato i dati a partire dalla mancanza di liquidità. “Se non aumentano i consumi mancherà sempre la liquidità alle piccole e medie imprese del commercio, del turismo, dell’artigianato, di quello che è il tessuto economico della nostra Provincia. In Italia bisogna rivedere anche il concetto secondo cui ogni impresa solo per preparare una pratica ha bisogno di un commercialista, un consulente al lavoro, un supertecnico, un’associazione, e alla fine gran parte dei soldi erogati servono a mantenere le strutture che si occupano di organizzare i fondi europei. Ci vorrebbe una politica regionale e nazionale, soprattutto per l’accesso al credito”.

Aldo Mantovani nel suo breve intervento ha ricordato il ruolo di Confartigianato: rappresentare e difendere le aziende artigiane. Ma ha anche affrontato un’altra criticità: “La giustizia è un grosso problema per noi piccoli imprese, in questo senso ci sentiamo abbandonati a noi stessi e questo porta ad avere il problema del credito perché spesso non riusciamo ad ottenere quello che ci spetta”

Riccardo Ciotti invece ha rimarcato le criticità delle imprese edilizie, a partire dal costo del lavoro. “E non c’è un’inversione di tendenza”, evidenzia Ciotti. Altro noto dolente è la burocrazia: “Le scartoffie fanno perdere tempo e denaro alle aziende, soldi che potrebbero essere investiti nella formazione e nella sicurezza dei dipendenti”. Oltre all’accesso al credito, l’edilizia avverte l’incertezza causata dalle amministrazioni. “Non si riesce a capire cosa possano fare le nostre imprese, e in questo clima di incertezza io sfido chiunque a investire nel territorio. Ci vogliono delle certezze, la politica deve dare regole vere”.

Servono decisioni, e proprio di questo ha parlato il professore Bernardino Quattrociocchi: “L’arte del decidere è una merce rara. Peggio di una brutta decisione c’è solo una decisione non presa. Ogni decisione scontenta qualcuno e accontenta qualcun altro”, ha esordito il Direttore Didattico della Facoltà di Economia di Latina. “Si muore di burocrazia, e questo è un sistema di paura che contagia tutti – ha continuato Quattrociocchi – Quello che manca in questo paese è la certezza del diritto. Non è possibile aspettare una sentenza 5 anni”.

L’intervento conclusivo è stato affidato al senatore Mario Mauro, che si è focalizzato in particolare sul ruolo dello Stato: “Le norme che lo Stato deve varare devono essere utili a chi fa impresa. Gli imprenditori devono essere messi in condizioni di correre e non solo di camminare. Ci vuole una politica che conti, che abbia forza, che abbia peso, e quel peso che può mettere deve essere nell’interesse della gente e non solo per affermare il potere. C’è uno stato di prostrazione che porta la gente a non votare – ha dichiarato il senatore – Il tempo che abbiamo a disposizione serve per fare un’operazione politica che crei o elimini le norme in rapporto all’utilità per le piccole e medie imprese”.