Operazione “Andromeda”, nuovo processo in Appello

Processo “Andromeda” da rifare. Anche se solo in parte. La Corte di Cassazione, esaminando il ricorso del procuratore generale, ha confermato l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere di Costantino “Patatone” Di Silvio e dei suoi familiari, annullando invece la sentenza assolutoria per Armando “Lallà” Di Silvio e i figli e disponendo per loro un nuovo giudizio d’appello.

Il 25 gennaio 2010, a Latina, subì un attentato e scampò miracolosamente alla morte Carmine Ciarelli, esponente dell’omonima famiglia di origine nomade. Nell’arco delle successive 24 ore vennero uccisi Massimiliano Moro e Fabio Buonamano. Un’escalation criminale che venne inquadrata come una guerra tra rom e non rom, per ottenere il monopolio sugli affari illeciti nel capoluogo . Le indagini portarono gli inquirenti ad accusare alcuni componenti della famiglia di origine nomade Di Silvio di aver costituito un’associazione per delinquere e si aprì il processo denominato “Andromeda”, a cui seguì poi il più ampio “Caronte”.


Il Tribunale di Latina condannò Giuseppe Pasquale, Armando, Ferdinando e Samuele Di Silvio rispettivamente a 6 anni e 8 mesi di reclusione, 3 anni, 3 anni e 1 anno e 10 mesi, ritenendo che loro effettivamente avessero dato vita a un’organizzazione criminale. Costantino “Patatone” Di Silvio venne invece assolto dall’accusa di essere uno dei capi dell’associazione per delinquere e condannato a 6 anni e 9 mesi solo per usura ed estorsione, il presunto soldato Gianluca Mattiuzzo venne condannato a un anno e 8 mesi, e vennero assolti la moglie di “Patatone”, Giulia De Rosa, e Carmine “Porcellino” Di Silvio. In appello poi tutti assolti dal reato associativo e condanne solo per i reati di estorsione, usura e armi e solo per “Patatone”, De Rosa e Mattiuzzo, condannati rispettivamente a 4 anni e 8 mesi di reclusione, 2 anni, e 1 anno, pena sospesa.

Ora, per “Andromeda”, dopo che la sentenza d’appello è stata impugnata dal procuratore generale, la Cassazione ha respinto il ricorso per Costantino, Carmine Di Silvio, difesi dagli avvocati Luca Amedeo Melegari e Leone Zeppieri, Mattiuzzo e De Rosa, stabilendo la definitiva estraneità di quel ramo della famiglia dall’accusa di associazione per delinquere e lasciando così in piedi solo le condanne per i reati minori. Accolto invece il ricorso per Armando, Giuseppe Pasquale, Samuele e Ferdinando Di Silvio, che dovranno affrontare un nuovo processo davanti alla Corte d’appello di Roma, tornando così a rischiare l’accusa di aver costituito un’organizzazione criminale.

 

Operazione Andromeda

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