L’ex sindaco di Ponza, Pompeo Rosario Porzio, non è un soggetto socialmente pericoloso e i suoi beni sono tutti frutto di capitali accumulati in maniera lecita. Con questa convinzione, accogliendo il ricorso dei difensori dell’ex primo cittadino, la Corte d’Appello di Roma ha annullato totalmente la misura di prevenzione che era stata disposta per Porzio.

Due anni fa, dopo il coinvolgimento dell’ex sindaco nell’inchiesta sulla cosiddetta cricca di Ponza, oggetto di un maxi processo che inizierà il prossimo anno e in cui è stata ipotizzata la trasformazione del Comune isolano in un’associazione per delinquere, la Polizia, su ordine del Tribunale di Latina, confiscò il patrimonio dell’ex primo cittadino, al quale venne applicata la sorveglianza speciale, con divieto di soggiorno a Ponza.
Vennero confiscati beni del valore stimato in un milione di euro: un immobile a Roma, una moto, un’auto, quote sociali della “Santa Maria srl”, 6 conti correnti, 5 depositi a risparmio, 1 prodotto assicurativo e 3 carte postpay.
La misura venne confermata dalla Corte d’Appello di Roma ma poi annullata dalla Cassazione, che aveva disposto un nuovo giudizio d’appello. E ora è arrivata la decisione: tutto annullato.