Sistema Formia, gli indagati diventano 19. E’ morto Antonio D’Ambrosio

Sarebbe stato forse l’ultimo cantiere edile che Antonio D’Ambrosio avrebbe seguito da rappresentante legale della società di costruzioni Aurora Immobiliare srl, per realizzare un complesso residenziale di 16 villette in località Gianola a Formia. Ma l’uomo non ce l’ha fatta ed è morto – già da qualche settimana -, il 18 ottobre scorso, a 75 anni, a causa di una grave malattia.

Il prossimo 20 gennaio il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Latina deciderà se e quanti rinviare a giudizio dei venti indagati nell’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano ribattezzata Sistema Formia. Tra i venti figura anche lo stesso D’Ambrosio, accusato dal pubblico ministero di lottizzazione abusiva, all’interno di una inchiesta partita proprio dai sequestri Aurora e Pastificio Paone a Formia e poi allargatasi a macchia d’olio fino a sostenere, a vario titolo, l’associazione per delinquere per peculato, concussione, abuso, omissione, falso nei confronti di imprenditori, politici, dirigenti e funzionari comunali.


Va tuttavia precisato che proprio queste due vicende, che fanno da fondamenta all’intero Sistema Formia, sono state fortemente ridimensionate dalla Cassazione. Infatti per Aurora la Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso del sostituto Miliano che aveva proposto il ricorso al dissequestro del tribunale di Latina. Anche per Paone la Cassazione ha annullato il dissequestro e si attende ora la decisione del Riesame.

Insomma, l’uomo non ce l’ha fatta, e anche il cantiere rimasto sequestrato per tre anni, prima che la Cassazione lo sbloccasse, è ancora aperto. Viene da chiedersi se i “veleni” giudiziari abbiano effettivamente influito sul suo stato di salute. Il dubbio resta, ma il reato, secondo quanto previsto dal codice penale italiano, si estingue col decesso degll’indagato.