“Don’t touch”, iniziati i primi interrogatori

Primi interrogatori nell’ambito dell’inchiesta “Don’t touch”, che ha portato lunedì scorso la Mobile ad eseguire 24 arresti, ipotizzando la costituzione di due associazioni per delinquere, una capeggiata da Costantino Cha Cha Di Silvio, appartenente alla nota famiglia di origine nomade stabilitasi a Latina, e dedita a estorsioni, usura, spaccio e intestazioni fittizie di beni, e l’altra che avrebbe come capo Natan Altomare, manager della sanità che avrebbe diviso le sue giornate tra incontri con parlamentari e ministri e ordini da impartire a un gruppo di romeni per fare furti nelle ville. E proprio dalla posizione assunta da Altomare potrebbero emergere inaspettati scenari.

Il 39enne ha risposto alle domande del gip Giuseppe Cario, negando le accuse e depositando numerosi documenti. “Vorrei invitare a una maggiore prudenza nei giudizi personali e morali sul dott. Altomare – ha dichiarato il suo legale, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo. Ritengo che presto la conferenza stampa la farà lui”. Cha Cha Di Silvio e Angelo Morelli si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. Stessa scelta fatta da Cristian Battello, Salvatore Travali, Antonio Giovannelli, Davide Giordani e Antonio Neroni. A cercare di smontare le accuse loro mosse sono stati infine Fabrizio Marchetto, difeso dall’avvocato Luca Giudetti, e Francesco Falco, difeso dall’avvocato Fabrizio D’Amico.