Continua a restare serrata, utilizzata quasi alla stregua di un ripostiglio. Tra i libri, le scaffalature e i vari scatoloni disseminati, c’è pure un frigorifero. E’ la biblioteca comunale di Lenola, nel cuore del paese, sopra il cinema “Lilla”. Locali che fino a qualche decennio fa ospitavano il Municipio, poi riconvertiti lasciando spazio a un “luogo della cultura” nel frattempo diventato fantasma: la biblioteca c’è, ma non si vede. O, meglio, è impossibile usufruirne. Non c’è personale per mandarla avanti.
Situazione annosa, iniziata con la penuria di Lsu nata sul finire del mandato dell’ultima giunta di centrodestra guidata da Gian Battista De Filippis. E continuata anche dopo la vittoria, nel maggio del 2013, dell’odierna amministrazione del sindaco Andrea Antogiovanni, per anni alla testa dell’opposizione a De Filippis e i suoi. Tra questi ultimi, l’ex assessore Fernando Magnafico, attuale consigliere di minoranza nei ranghi del “Movimento Civico”, espressione dell’ex sindaco. E’ Magnafico, oggi, a far tornare in auge il penoso stato della biblioteca. Puntando il dito contro la Giunta Antogiovanni. “Passata la festa, gabbato lo santo”, dice ironico. “Gli amministratori, prima e dopo l’insediamento, parlavano con enfasi della biblioteca, all’interno della quale doveva senza indugio svilupparsi una sana aggregazione. Si è sviluppato invece un mucchio di roba buttata per terra. Una vera e propria presa in giro. Una biblioteca chiusa, indecente, e tante solite belle parole dimostratesi utili solo per tentare di far presa sui cittadini”.
La parziale svolta, quantomeno dal punto di vista del decoro, è tutta in un cospicuo finanziamento regionale legato a un progetto della Giunta De Filippis, approvato dalla Pisana nel 2010 e riguardante la messa a norma e l’abbattimento delle barriere architettoniche sia degli spazi della biblioteca, che di quelli del cinema sottostante. “A fine 2011 la Regione ritenne necessario rimodulare i contributi, che trovavano copertura finanziaria con fondi di bilancio regionale delle annualità 2013 e 2014”, ha spiegato Magnafico. Quasi 440mila euro di fondi regionali in naftalina. “A seguito del loro eccezionale attivismo, nonostante i fondi ereditati, gli amministratori locali non hanno preparato alcun bando di gara. Pertanto i lavori non inizieranno prima di qualche mese”. Eppure, secondo il consigliere, per far rivivere almeno un minimo quel “non spazio” della cultura basterebbe poco: “Nell’immediato basterebbe pulirlo, dare una sistemata all’archivio e, con cento euro, ripristinare sciacquone e rubinetto”.