Anziani e strutture residenziali sanitarie, il sindaco Vento: “Problema comprensoriale”

Come già avanzato durante l’ultima riunione del Comitato dei Sindaci dello scorso 4 giugno, unitamente all’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Santi Cosma e Damiano Vincenzo Petruccelli, “abbiamo richiesto al sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, in qualità di presidente dell’Accordo di Programma del Distretto Socio-Sanitario “Formia – Gaeta” – spiega il sindaco di Spigno Saturnia Salvatore Vento – la convocazione di una riunione volta ad affrontare le problematiche legate all’inserimento degli anziani nelle strutture residenziali sanitarie.

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Come detta la normativa regionale, infatti, per gli anziani che abbiano un Indicatore della Situazione Economica Equivalente inferiore ai 13.000 euro, è possibile richiede il contributo comunale. Di fronte ad un ISEE considerato alto, per persone che probabilmente si sono “spogliate” già di ogni avere, i comuni si trovano ad affrontare con fondi propri spese imprevedibili che mettono a dura prova la tenuta della finanza locale. Unitamente a questa incertezza, a causa della crisi di cassa regionale non è dato certo quantificare il contributo della Regione. Queste criticità si aggravano di fronte alle fatture che mensilmente emettono a carico degli Enti Locali le strutture sanitarie, e che in base alle nuove regole della “fatturazione elettronica”, devono essere liquidate in tempi certi pena sanzioni pecuniarie a danno dell’ente comunale.


Queste problematiche, condivise da tutti i sindaci o loro delegati presenti all’ultima riunione, rappresentano per i già complicati bilanci comunali, degli imprevisti pericolosi. L’intendo della riunione, è quello di stabilire una linea condivisa in ambito distrettuale per poi confrontarsi con gli altri Distretti e soprattutto con la Regione Lazio, che deve garantire ai comuni regole condivise e modalità di compartecipazione economica chiara e puntuale.

Un primo approccio potrebbe essere quello di “abbassare” l’ISEE richiesto per la partecipazione comunale, allargando il nucleo familiare anche ai figli e nipoti, ed eseguire indagini patrimoniali per garantire una partecipazione più consona possibile. A questo, si potrebbe dare la possibilità ai Comuni di stipulare apposite convenzioni con le R.S.A., anche in base a principi di prossimità territoriale. Infatti, a oggi, è l’ASL che decide la struttura di inserimento e valuta il livello di assistenza necessaria all’anziano. In base al livello, si quantifica la diaria. Ci troviamo di fronte quindi alla necessità di intraprendere un percorso di garanzia per i Comuni, che altrimenti finirebbero schiacciati dalle difficoltà, e per evitare questo l’unica strada percorribile è l’approccio comprensoriale al problema”.