No all’impianto di mitilicoltura a Monte d’Oro, il Pd si mobilita

Allevamento di mitili

“Sull’impianto di mitilicoltura a Scauri chiediamo una maggiore trasparenza e incisività”. Lo dichiara il consigliere comunale del Partito Democratico di Minturno, Gerardo Stefanelli, in vista del consiglio comunale di lunedì 27 luglio.

Gerardo Stefanelli
Gerardo Stefanelli

“In relazione alla richiesta di installazione di un impianto di allevamento di cozze che dovrebbe estendersi per una superficie di 305mila metri quadri davanti a Monte d’Oro – continua Stefanelli – mi sembra doveroso fare delle ulteriori considerazioni rispetto a quanto emerso negli ultimi giorni.


In primis, va sicuramente stigmatizzato con determinazione il fatto che già da un anno e mezzo erano arrivate comunicazioni in Comune circa l’esistenza di tale richiesta: non credo che sia plausibile scaricare le colpe solamente su un funzionario dal momento che la vicenda coinvolge anche la segreteria del sindaco a cui, per competenza, l’ufficio protocollo ha smistato la corrispondenza de quo. E comunque la cattiva organizzazione degli uffici e dei servizi è una chiara e diretta responsabilità del Sindaco e dell’assessore preposto.

In secundis, ci sembra che la posizione assunta dalla Giunta comunale possa e debba essere rafforzata sia nelle ragioni che si vogliono palesare per opporsi alla realizzazione dell’impianto, sia nelle modalità con cui gli  Uffici dovranno palesare tali osservazioni”.

“La delibera della Giunta – prosegue Stefanelli – detta un indirizzo agli Uffici comunali, puntando sull’inidoneità della zona destinata a ripopolamento naturale di molluschi, ma fa sue anche le motivazioni espresse in un parere della Capitaneria di Porto circa la presenza in quella zona di una condotta delle acque reflue.

Al riguardo ritengo che il Consiglio comunale potrà integrare tale posizione attraverso un documento condiviso in cui:

1) chiedere alla Regione di effettuare una valutazione di impatto ambientale complessivo che tenga conto di tutte le attività potenzialmente inquinanti presenti nel golfo. Non dimentichiamo che le direttive europee in materia parlano chiaramente di una valutazione generale e non riferita ai singoli impianti in esame durante il procedimento autorizzativo;

2) chiedere immediatamente accesso agli atti del procedimento regionale per fare finalmente chiarezza sullo stato dell’iter e sui tempi per la formulazione delle proprie osservazioni, intensificando per tale fine i rapporti con Provincia, Arpa e Asl, per il reperimento dei dati sullo stato di eutrofizzazione delle acque del golfo di Gaeta;

3) qualora sia necessario il contributo di professionisti esterni, individuare le risorse finanziarie da utilizzare”.

“Infine – conclude Stefanelli – a chi dice che le cozze sono depurative e che possono essere spostate in un altro punto del nostro golfo, vorrei ricordare che parliamo di un allevamento intensivo che va ad alterare il normale equilibrio della fauna marina presente nel tratto di mare, e che lo stesso progetto presentato dai privati parla di carico organico, di inquinamento da gusci e scarti di lavorazione, sul cui smaltimento nulla viene affermato. La mia proposta al Consiglio comunale, che spero avrà un’ampia condivisione dei colleghi, sarà di un No netto ed inequivocabile, motivato con argomentazioni pertinenti ed assumibili all’interno del procedimento amministrativo in essere presso la Regione”.

 

Impianto di mitili a Minturno, question time del consigliere regionale Enrico Forte

Enrico Forte
Enrico Forte

Il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Forte  ha predisposto un question time indirizzato al presidente della Giunta Nicola Zingaretti e all’assessore regionale alla pesca Sonia Ricci che sarà discusso in Consiglio regionale sul progetto per la realizzazione di un allevamento di mitili a Minturno, nelle acque del Golfo di Gaeta.

“Il progetto – spiega Forte – riguarda in particolare la realizzazione di un impianto che si estenderà per una superficie complessiva di 305mila metri quadrati nei pressi di un sito classificato come Sic/Zps e potrebbe avere un impatto negativo sulla già delicata situazione del Golfo di Gaeta all’interno del quale, oltre al porto commerciale e agli approdi turistici, esistono altri impianti di itticoltura.  Lo stato di quel bacino risulta quindi già fortemente compromesso dalla presenza di tutte questi insediamenti e non bisogna dimenticare che i comuni che insistono sul golfo hanno un’economia prevalentemente turistica e che si basa per lo più sulle attività legate all’economia del mare. Chiedo quindi di sapere, anche alla luce del parere favorevole al progetto da parte della Direzione regionale infrastrutture, ambiente e politiche abitative:

– se ed in quale data la società coop La Marea ha presentato formale istanza volta ad ottenere l’autorizzazione a realizzare un impianto di mitilicoltura nel Comune di Minturno;

– se la Regione ha provveduto a dare notizia agli enti locali interessati circa l’esistenza di tale istanza e se li ha coinvolti chiedendo di fare delle osservazioni al riguardo;

– quando la Regione ritiene di indire la conferenza dei servizi per valutare tutte gli aspetti diretti ed indiretti connessi alla realizzazione di tale impianto;

– se la Regione ritiene di dover effettuare una valutazione di impatto ambientale complessivo che tenga conto delle altre attività potenzialmente impattanti già esistenti in questa zona;

– se la Regione ritiene utile coinvolgere anche il settore ambiente della Provincia di latina acquisendo dalla stessa tutti i dati utili relativi allo stato delle acque del golfo di Gaeta.

Il tutto – conclude il consigliere regionale pontino – anche in considerazione della circostanza che la Provincia di Latina ha realizzato in collaborazione con Arpa Lazio e con l’Università degli Studi La Sapienza di Roma un progetto sperimentale di monitoraggio delle acque del golfo di Gaeta denominato SAMOBIS, che tale studio conferma la presenza di un carico di sostanze organiche capaci di influire negativamente sulla qualità delle acque e che il Comune di Minturno ad oggi risulta non avere avuto alcuna comunicazione da parte della regione Lazio circa l’esistenza di tale istanza di autorizzazione”.