Faiola: “Sperlonga abusiva? Riferite notizie ingiuste ed enfatizzate”

*Faiola*

Con riferimento agli articoli di stampa pubblicati in questi giorni che hanno ad oggetto gli interventi edilizi ed urbanistici nel Comune di Sperlonga desidero intervenire al fine di fornire il mio contributo per una giusta e legittima definizione degli ambiti giuridici e sostanziali nei quali si inseriscono tali indagini –così il sindco di Sperlonga Francesco Antonio Faiola-. Le mie affermazioni, nutrite da oggettività facilmente comprovabile, non intendono, in alcun modo, incidere sul sacrosanto diritto di cronaca costituzionalmente garantito, ma sono esternate affinché si riconducano nel congruo alveo giuridico situazioni che, al momento, appaiono oggettivamente da ridimensionare. Conosco bene l’art. 21 della Costituzione e mi batterò sempre, sia come politico, sia come cittadino, sia come imprenditore, per assicurare a tutti la libera manifestazione del pensiero.

Tuttavia, non posso rimanere inerte dinnanzi a ridondanti espressioni giornalistiche che, spesso, proprio per l’eccesiva enfasi, attenuano proprio il dovere di giusta informazione, altrettanto costituzionalmente garantito. In sostanza, ciò che di seguito sinteticamente riferisco deve rivelarsi utile proprio al corretto esercizio della libertà di stampa. Devo far “sentire la mia voce” non per tutelare l’integrità della mia persona (per nulla scalfita) ma anche e soprattutto per tutelare l’immagine della cittadinanza che, orgogliosamente, ho l’onere di rappresentare.


La città di Sperlonga, vanto della comunità laziale, non può subire discrediti gratuiti né è legittimo generalizzare eventuali e non provate responsabilità personali che, giustamente, vanno perseguite. Le notizie diffuse in questi giorni, nutrite da enfasi eccessiva per la loro limitata e prematura portata, non devono scalfire il buon nome di una località né fornire impressioni divulgative che vadano al di là della reale portata giuridica e sostanziale della questione. Titolare “Sperlonga, è tutto abusivo” o “una città sequestrata” o, attenuando leggermente, “mezza Sperlonga abusiva” non equivale affatto a riferire alla collettività una notizia giusta e congrua. Criminalizzando una intera città, facendo credere, prima ancora di indagini approfondite, che il problema sia collettivo e totale, significa gettare discredito in maniera generalizzata ed ingiustificata, moralmente, giuridicamente e giornalisticamente. Di qui, la mia esigenza, da orgoglioso sperlongano, di tentare di riportare il tutto nella giusta misura, attribuendo, in maniera seppur sintetica, la reale dimensione che, allo stato attuale, riveste la situazione.

Com’è noto, in questi giorni sono stati disposti vari sequestri preventivi relativi alle aree interessate dal Programma integrato approvato dal Comune nel lontano 1999, in forza del quale è stata riqualificata la zona nella parte nuova della città Sperlonga. Da quanto è dato apprendere, secondo gli inquirenti, nel caso di specie, sarebbe ipotizzabile una lottizzazione e costruzione abusiva in concorso ed in assenza di autorizzazione ambientale in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Si tratta, come è evidente, di una misura preventiva di straordinaria portata che, per la verità, sorprende per avere la stessa interessato una vasta area sulla quale insistono non solo villette, ma finanche la Caserma stessa dei Carabinieri, la viabilità comunale, le aree destinate a parcheggio che, benché a pagamento, hanno natura e rilevanza pubblica, l’edilizia residenziale convenzionata, aree verdi e servizi al cittadino. Come si vede, i presunti abusi rilevati non attengono solo a realtà privatistiche e, magari, speculative ma riguarderebbero iniziative che l’Amministrazione ha posto in essere per perseguire l’interesse pubblico e dotare la cittadina di servizi e di ricettività unanimemente riconosciuta a livello nazionale ed internazionale.

Il conferimento di prestigiosi riconoscimenti non può evidentemente riguardare solo la pulizia del mare o delle spiagge ma prende in considerazione diversi parametri che attengono all’erogazione di servizi alla collettività amministrata ed ospitata. Affermare che i presunti abusi si riferiscono esclusivamente a speculazioni edilizie, non solo è ingeneroso e fuorviante, ma cozza pesantemente con la realtà dei fatti. Un quartiere ed i suoi servizi (non un’intera cittadina), peraltro, realizzati in forza di procedure complesse, sulla scorta di un accordo di programma siglato, oltre quindici anni fa, con la Regione Lazio sul quale, nel corso delle procedure, si sono acquisiti i necessari e propedeutici pareri. Sorprende, pertanto, apprendere, solo oggi, della ipotesi formulata dagli inquirenti nei confronti di un intero paese, dal momento che il sequestro, ancora in atto, coinvolge un’ampia zona della città, penalizzando non tanto e non solo l’Amministrazione o i soggetti risultati indagati, ma l’intera cittadinanza ed i residenti nella zona estranei alle vicende amministrative.

Al di là delle considerazioni sull’opportunità ed il garbo giornalistico nel, di fatto, danneggiare, in misura maggiore rispetto alla reale portata, un Comune che vive di turismo e, quindi, della sua immagine, resta ferma la completa disponibilità dell’Amministrazione, da me presieduta, affinché si chiariscano in tempi celeri i contorni di una vicenda surreale, ancora una volta intervenuta nel pieno della stagione turistica. Ma se, naturalmente, la giustizia ha la priorità e deve fare il suo corso, c’è da augurarsi solo che la puntualità con la quale muove le sue iniziative ai fini dell’accertamento di eventuali illiceità sia la stessa che viene poi riconosciuta alla difesa della verità e dei fatti. La mia Amministrazione, pertanto, confida pienamente che sia fatta immediata chiarezza sulla vicenda, anche al fine di restituire serenità ai cittadini loro malgrado inconsapevolmente coinvolti e, soprattutto, confida, nella piena legittimità e giusta portata degli atti adottati nell’interesse della città. Nel contempo, si fa pieno affidamento nel corretto ruolo degli organi di stampa che, nel pieno e libero esercizio della loro attività, rendano edotta la collettività fornendo notizie fondate, documentate e, soprattutto, non eccedenti rispetto alla reale portata”.