Dopo l’altolà del Tar, che ha portato ad annullarne l’affidamento, sull’appalto milionario per l’illuminazione pubblica al Led interviene il Movimento 5 Stelle. Da dove si “tifa” per uno stop definitivo.
Un vero colpo di scena, la sentenza dei giudici amministrativi del capoluogo: la determina dirigenziale d’aggiudicazione dell’appalto – da 10 milioni più Iva in 15 anni – è andata incontro all’annullamento. A pesare, i vizi di forma riscontrati tanto nella documentazione della ditta vincitrice, la “D’Urso Impianti”, che in quella fornita dall’altra partecipante al bando, la “Martini & Martini”, che per prima aveva intentato ricorso, seguita incidentalmente dalla “D’Urso”. Ma, a far propendere per l’annullamento, è stata anche la durata del contratto posto in essere. Decisione che ha portato a un cortocircuito: per consentire al Comune di espletare una nuova gara, la cessazione dell’efficacia di quella annullata si avrà a partire dal primo gennaio 2016. Quando quasi tutti i lavori di rifacimento degli impianti da parte della “D’Urso”, iniziati da settimane, saranno vicini all’ultimazione. Tanto per capirci: solo nella giornata di giovedì, dalle 7,30 alle 18,30, sulla carta era previsto l’intervento su oltre 180 – centottanta – strade fondane.
Situazione ingarbugliata, e su cui i grillini della Piana esprimono forti perplessità, puntando il dito in particolare contro l’eccessiva lunghezza del contratto. “Abbiamo più volte contestato questo appalto per il costo altissimo, perché fa godere dei risparmi prodotti dalle lampade Led solo la ditta che gestisce il servizio e anche, per l’appunto, per la durata spropositata dell’affidamento”, ha detto il consigliere comunale Appio Antonelli. “Significa limitare la libertà di scelta delle future amministrazioni relativamente al metodo di gestione dei servizi e di conseguenza anche la libertà di scelta dei cittadini. Il buonsenso ci dice che un’amministrazione dà affidamenti al massimo per cinque anni, il tempo massimo del normale mandato”. Motivi per cui Antonelli preannuncia un’interrogazione consiliare, sperando nel frattempo nella bocciatura di eventuali ricorsi al Consiglio di stato: “Studieremo una nostra proposta”, dice.