Supporto negato dall’ASL a una bambina pontina, il Senatore Vacciano (M5S) scrive al Ministro Lorenzin

Giuseppe Vacciano (M5S)

E’ stata presentata nella mattinata del 9 luglio un’interrogazione urgente indirizzata al Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, da parte del Sen. Giuseppe Vacciano sul caso di una bambina pontina alla quale pare non sia stato fornito dalla ASL un busto che, viste le sue compromesse condizioni fisiche, è di fondamentale importanza.

La minore protagonista – suo malgrado – di questa vicenda ha tre anni e alla nascita è stata colta da asfissia perinatale, che le ha causato problemi a livello motorio e al tono muscolare. In assenza di sostegni esterni la bambina non ha autonoma capacità nel sostenere il peso della schiena e della testa, da qui l’essenziale esigenza di un supporto che l’aiuti ad assumere una postura nella maniera  più corretta e dignitosa possibile, a fronte dell’inarrestabile processo di crescita.


Vacciano chiede al Ministro: “Se non ritenga di dover accertare e risolvere la serie di problematiche che impediscono alla minore di godere del diritto alla salute e all’integrità fisica, come postulato dalla Costituzione e dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia – ratificata dall’Italia con la legge n. 176 del 27 maggio 1991, considerate anche le pronunce della Consulta in favore del nucleo irriducibile del diritto alla salute come ambito inviolabile della dignità umana, irrinunciabile anche a fronte delle esigenze di una finanza pubblica locale volta al contenimento delle spese”.

La storia della bambina è stata diffusa sui social network dai suoi genitori, i quali hanno denunciato la vicenda riguardante la mancata fornitura dell’ausilio. Pare che la risposta alla richiesta della famiglia da parte della ASL del distretto di Latina, datata 9 dicembre 2013, sia stata negativa in quanto “il dispositivo proposto non è essenziale e non opportuno in riferimento ai livelli essenziali di assistenza”; tuttavia, sono stati pubblicati sullo stesso canale web altri documenti che dimostrano che lo stesso dipartimento avrebbe già fornito in maniera gratuita il medesimo presidio ad altri pazienti residenti nella provincia pontina. Per completezza, si aggiunge che la famiglia della bambina aveva avanzato un’ulteriore richiesta, anch’essa rigettata, per uno speciale seggiolino per il trasporto in auto della bimba, dispositivo sicuramente strumentale ad una migliore fruizione della quotidianità familiare.

A seguito della posizione della ASL, i genitori della piccola paziente lo scorso anno hanno intentato un ricorso d’urgenza nei confronti dell’azienda sanitaria, ma il tribunale non ha riconosciuto nei termini giurisprudenziali la priorità della causa quindi si pronuncerà solo tra un anno, cioè giugno 2016. In questo arco di tempo le condizioni fisiche della bambina saranno sicuramente soggette ad evoluzione – si immagina che lo saranno indubbiamente in una direzione sempre più critica. Inoltre, durante questo lasso di tempo la necessità di ottenere quel busto in particolare non sussisterà più e, nel frattempo, alla bambina non sarà comunque garantito uno standard di vita più vicino alla soglia della normalità considerata la sua disabilità.

Si auspica che il Ministro possa riferire in tempi rapidi sulla vicenda, sebbene per competenza territoriale, avvalorata dal principio di sussidiarietà, debbano essere i livelli amministrativi locali a porre la bambina in condizione di poter godere del diritto alla salute, riconosciuto come inviolabile dalla Costituzione, da una legge nazionale e dalle innumerevoli pronunce della Corte Costituzionale, senza che si frapponga alcun cavillo finanziaro tra questo principio universalmente conosciuto e la strumentazione materiale che lo garantisce.