Sperlonga, concorso da dirigente comunale “su misura”: assolti

Il Comune di Sperlonga

Assolti con formula piena. Processo conclusosi positivamente per l’ex segretario del Comune di Sperlonga Carmine Caputo, difeso dall’avvocato Vincenzo Macari, e per il funzionario del medesimo Comune Massimo Pacini, difeso dall’avvocato Claudio Lanzotti, accusati di abuso d’ufficio per il concorso con qui lo stesso Pacini si ritrovò ai vertici dell’ufficio tecnico locale.

Un bando risalente al 2010 e cucito su misura, secondo le indagini a suo tempo nate da un esposto del consigliere comunale di minoranza Benito Di Fazio: si ipotizzava fosse stato concepito in violazione della legge Brunetta, che per i dirigenti prescrive il possesso del diploma di laurea e cinque anni di esperienza in incarico equivalente. Pacini potè parteciparvi, vincendo, grazie all’equiparazione che il bando fece tra il titolo di geometra in suo possesso e le lauree di Ingegneria e Architettura. Da qui, l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano e il processo. Conclusosi mercoledì con la sentenza d’assoluzione: nessun abuso d’ufficio. Per la prima sezione collegiale del Tribunale di Latina, presieduta dal giudice Pierfrancesco De Angelis, “il fatto non sussiste”. Circostanza che ha contestualmente portato ad escludere la possibilità di costituzione di parte civile avanzata, per mezzo dell’avvocato Francesco Di Ciollo, dal consigliere Di Fazio e da due cittadini da anni in causa col Comune, Carmine Tursi, confinante dell’hotel “Grotta di Tiberio”, e Alberto Del Vecchio, proprietario dei terreni oggetto degli espropri “da Procura” di Bazzano.


A margine del dibattimento, il difensore di Pacini ha sottolineato come, sebbene redatta nel 2009, la legge Brunetta ha iniziato ad avere valenza giuridica solo nel 2011, quando le norme attuative hanno preso a disciplinare l’iter protocollare di questo tipo di concorsi. L’avvocato Lanzotti ha inoltre sostenuto che, con la discussa promozione a dirigente, il proprio cliente ha paradossalmente subìto un danno economico. Una beffa: pur a fronte di un trattamento di base superiore, Pacini avrebbe perso tutti quegli emolumenti complementari derivanti dal precedente incarico presso il Comune, di livello inferiore.