La crisi politica a Formia è ormai irreversibile. Nelle ultime ore sono arrivate le dimissioni del capogruppo Pd Gennaro Ciaramella, la richiesta di convocazione di Consiglio comunale straordinario per escludere il consigliere Mattia Aprea, firmata anche dalla consigliera di maggioranza Alessia Valeriano e la conferenza stampa di Masiello, appena escluso da Bartolomeo dalla prossima giunta, accompagnato da Sandro Zangrillo e Gennaro Ciaramella, per parlare di Formia Servizi, contributi alle associazioni e Piano regolatore.
E lo stesso Masiello non le manda a dire. Non è Formia Servizi il motivo dell’esclusione, ma bensì la voglia di fare chiarezza su contributi, affidamenti e piano regolatore. “La mia conferenza stampa non è una vendetta – ha esordito -, ma devo prendere atto che è terminato il rapporto fiduciario col sindaco visto non c’è stata una nuova nomina. Debbo perciò tutelare la mia persona, la professione e la famiglia dalle accuse infondate secondo le quali il sindaco ha deciso di non nominarmi per via del rinvio a giudizio nel crack Formia Servizi. Del quale, peraltro, devo rispondere di 77mila euro insieme ad altri 14 (per competenza da 8 marzo 2008). Possiamo dire però che Formia Servizi è stata voluta da Bartolomeo e quindi anche il processo è un processo alla classe politica. L’attuale sindaco, infatti, ha rappresentato la parte pubblica con il 62 percento nel Cda societario che ha ratificato l’atto dell’assemblea dei soci dando mandato per l’aumento dei contratti di consulenza all’amministratore delegato Vernetti.
Per questo motivo rispetto alla mia posizione il sindaco non può utilizzare l’argomento Formia Servizi, intanto come previsto da Statuto del Pd che norma la rimozione da incarichi dopo una sentenza di primo grado, concetto affermato dalla stessa legge Severino e anche dalla Carta di Pisa sottoscritta dalla nostra amministrazione. Anche secondo una sentenza della Corte di Cassazione non può esserci danno erariale se c’è un privato. Per questi motivi Bartolomeo si sta trincerando dietro il partito.
E allora la motivazione è politica visto che il rapporto si è deteriorato nell’ultimo anno. In giunta ho cominciato a voler capire se il modus operandi della giunta si potesse modificare al fine operare in maniera legale e trasparente. Subito siamo partiti allora sul tema dei contributi. Ci hanno accusato di essere un gruppo di potere, mentre vedevamo che si usavano le commissione anzichè per dare linee guida come si dovrebbe, per decidere a quali persone e associazioni destinare quei fondi. Con associazioni dalla dubbia esistenza. Da allora abbiamo vissuto una vera emarginazione, seguita con le elezioni provinciali. Incontrando inoltre grosse difficoltà anche sulla Formia Rifiuti Zero che il sindaco voleva far funzionare addossando il rischio d’impresa totalmente al Comune“.
Ma evidentemente il tema caldo degli ultimi giorni è il Piano regolatore. E Masiello lo dice chiaramente: “Non si capisce per quale motivo Sel non ha votato Bilancio, aprendo la crisi, ma ci ha tenuto a precisare di voler votare comunque il Prg senza averlo mai visto! Come tutti d’altronde. Perchè? E oggi tornano in giunta senza aver votato il Bilancio mentre noi ne siamo stati esclusi pur essendo dello stesso partito del sindaco.
Con il piano regolatore volevamo incentivare l’edilizia popolare con piani di zona tipo Acqualonga1, Trivio, Castellonorato2, Area di Pella. Eppoi le aree dismesse, su queste, tipo Salid ed ex D’Agostino, però, è emerso un netto contrasto tra la sostenibilità della città e l’indirizzo politico. Che tradotto significa un aumento imprevisto delle volumetrie, che noi non vogliamo e non capiamo.
A questo proposito vale la pena citare che fu lo stesso sindaco Bartolomeo, insieme agli allora colleghi consiglieri di opposizione Luigi De Santis, Pietro Filosa, Sandro Zangrillo e Peppe Masiello, che il 29 novembre 2009 firmò un documento indirizzato al sindaco Michele Forte contestando il progetto di realizzare oltre 90mila metri cubi a fronte di 70mila previsti alla ex Salid.
Insomma non vi è mai stato un vero percorso di condivisione sui metodi di gestione del Prg, e a questo proposito devo precisare che io personalmente non ho mai condiviso col sindaco le affermazioni sull’omicidio Piccolino e neanche la presentazione avvenuta dopo pochi giorni quel tragico evento. Ciò che più di tutto mi ha sorpreso però è stata la strana e violenta accelerazione che è stata data alla fase di chiusura del Prg a cavallo dei tragici giorni dell’omicidio”.