Il colpo grosso questa volta è riuscito. E, dove non aveva potuto una fragorosa esplosione, è arrivato un abile e paziente lavoro di flex.
Ammonta ad oltre 80mila euro, il bottino assicuratosi dai malviventi che nelle ore a cavallo tra mercoledì e giovedì hanno assaltato il “Cross Conad” fondano di via Appia lato Roma, riuscendo a sventrare (e ripulire) la cassaforte a muro in cui solitamente, alla chiusura, vengono riposti i soldi provenienti dalle diverse casse.
I soliti ignoti ci avevano già provato lo scorso aprile, quando, una volta introdottisi all’interno dell’ufficio dov’è localizzata, avevano saturato la cassaforte di gas fino ad innescare un’esplosione: nonostante il boato avvertito tutt’intorno, la cassa blindata non aveva ceduto. Come non aveva ceduto subito dopo, quando i ladri vi si erano avventati con piedi di porco ed altri arnesi da scasso. Un blitz terminato con l’attivazione del sistema d’allarme e la successiva fuga a mani vuote.
Passata la mezzanotte di mercoledì, si ipotizza intorno all’una, la nuova irruzione. A metterla in atto, pare, almeno due persone, che non è escluso fossero tra i protagonisti della precedente “visita”. In quest’occasione non ci sarebbero state deflagrazioni. Il gas è stato messo da parte. Secondo i rilievi, chi ha agito si è avvalso di metodi ben più gestibili: la cassaforte è stata forzata a colpi di frullino. Circa 83mila euro, stando alle prime stime, i contanti svaniti nel nulla. La scoperta dell’accaduto, solo in mattinata.
Sul luogo del colpo, denunciato dai vertici dell’attività nel mirino direttamente in Procura, hanno effettuato sopralluoghi e rilievi sia i carabinieri del comandante Ivan Mastromanno che gli agenti del vicequestore Massimo Mazio. Ieri, dietro delega giunta da via Ezio, nuovi accertamenti tecnici da parte degli uomini della polizia scientifica di stanza presso il Commissariato. Massimo, il riserbo tenuto sulle indagini. Che con tutta probabilità andranno comunque ad intersecarsi a quelle sul furto fallito nei mesi scorsi.