“Gioca con i fanti ma lascia stare i Santi”. Un noto proverbio popolare per ricordarci che i Santi sono sacri e non vanno oltraggiati, specie nel Paese dei poeti, dei navigatori e dei Santi, appunto. Le festività religiose vanno rispettate e con loro le tradizioni.
E anche quest’anno nella città di Formia, tutte le tradizioni sono state pienamente rispettate, per la felicità di tutti coloro che credono nel patrono cittadino, San Giovanni, che condivide il seguito di devoti in città insieme a Sant’Erasmo. I due contrappongono i borghi rispettivamente di Mola e Castellone: mare e monte. E come tutti gli anni la due giorni di abitudini tra sacro e profano è stata scandita da un vero e proprio ricettacolo di illeciti, tra amministrativo e penale. Ma dopotutto è San Giovanni, e tutto è permesso, e allora che le festa abbia inizio, senza dar voce ai guastafeste. Dopotutto al rispetto della legalità si può anche derogare per un paio di giorni … i fuochi di San Giovanni sono i più belli del mondo.
I COMMERCIANTI
Sin dalle prime installazioni di bancarelle e camion vari, pronti a diventare ristoranti ambulanti ad uso fast-food, il disagio dei commercianti è cominciato a circolare rapidamente sui social network. La lamentela più diffusa da parte delle attività è stata relativa all’invadenza dei “competitors” vagabondi, colpevoli di aver letteralmente invaso strade e marciapiedi del centro cittadino e non solo. Camminare tra via Vitruvio, il quartiere di san Giovanni e viale Unità D’Italia era un’impresa degna della più complicata delle Gimkane. Un vero e proprio percorso ad ostacoli, il caos, ma dopotutto la tradizione così ci insegna e allora perchè violarla? D’altra parte la folla di gente che si riversa in strada è tale che alla fine dei conti conviene a tutti. Eppure pare contassero solo loro, gli ambulanti, che in molti casi si sono piazzati proprio in corrispondenza dell’entrata di alcuni negozi del centro, in modo tale da far sperare questi ultimi che la fine della festa arrivasse prima possibile. Come se non bastasse, in particolare le attività commerciali di Largo Paone, l’indomani mattina del 24 hanno polemizzato con la neonata Formia Rifuti Zero, perchè tutti i rifiuti prodotti dagli ambulanti erano stati completamente ripuliti. Peccato che ci si è dimenticati di ritirare il vetro di quelli che a Formia vivono o ci lavorano.
L’ORDINE PUBBLICO
E anche quest’anno, manco fosse pure questa una tradizione, ci sono stati problemi di ordine pubblico. Ci è stato infatti riferito di una violenta rissa avvenuta nei pressi del Ponte Tallini durante la giornata della vigilia, il 23 giugno, che ha visto protagonisti alcuni ambulanti, prendersi a calci e pugni, per avere una posizione privilegiata nello stendere i propri teli o aprire le bancarelle. Scaramucce meno gravi sono state registrate altrove anche tra i “paninari”, sempre per questioni di posizioni e centimetri dei propri camion “eat-street”. Insomma l’importante è che alla fine ognuno ha trovato il proprio posto nella grande fiera del “tutto è permesso” che va in scena ogni anno in città.
L’ORDINANZA
Dopotutto la legge è uguale per tutti … o non vale per nessuno. E per la festa di San Giovanni, vale più questa seconda ipotesi, tanto è vero che nessuna efficacia ha avuto nemmeno l’ordinanza del comando di polizia locale che ha visto iniziare l’installazione di bancarelle, camion per la somministrazione di cibi e bevande, punti espositivi e dimostrativi, pesche a premi, giochi, artisti di strada, ricchi premi e cotillons, sin dalla mattina del 23 invece che, come previsto appunto dall’ordinanza, a partire dalle 12 dello stesso giorno.
GLI AMBULANTI
A centinaia, come vuole tradizione, si sono riversati per le strade della città i venditori ambulanti, extracomunitari e non, italiani e non, per dare libero sfogo alla propria creatività commerciale e cercare di vendere quanta più merce possibile, dai giocattoli all’abbigliamento, dai dolciumi al tradizionale panino, oggetti “d’arte”, prodotti e supporti tecnologici, musiche popolari, manufatti vari e quant’altro. Insomma un pò di tutto. Controlli ce ne sono stati, è vero, ma sono sembrati davvero insufficienti i pochissimi vigili in azione a confronto della vastissima fiera della vendita ambulante. Sono arrivate critiche all’usanza, anche questa parte della tradizione, di segnare le proprie postazioni sui marciapiedi con i pennarelli. Ma francamente la cosa ben più grave sono state le scene raccapriccianti, alle quali si è stati costretti ad assistere, di persone che orinavano e defecavano un pò ovunque. In molti si sono accampati per passare la notte all’interno delle giostrine per bambini nei parchi pubblici con evidenti pericoli per la salute pubblica. Inoltre il posteggio selvaggio delle auto con le quali si spostano, molte prive del tagliando assicurativo, è risultato essere un altro grave pericolo alle eventuali manovre di pronto soccorso necessarie in caso di emergenza per i veicoli preposti quali ambulanze e auto delle forze dell’ordine.
I PRODOTTI
C’è poi un altro aspetto che non va assolutamente tralasciato. Ovvero le certificazioni di tutti i presidi della festa. Ad iniziare dalle giostre posizionate nel parcheggio del molo Vespucci dove, a dire il vero, i vigili sono stati, controllando i documenti e le autorizzazioni di ogni attrazione. Tuttavia evidenti sono state le lacune al rispetto delle norme igienico sanitarie per la somministrazione di cibi e bevande di tutti i presidi alimentari che preparavano panini, kebab e quant’altro. Ma l’aspetto più evidente e preoccupante resta la provenienza delle centinaia di tonnelate di merce venduta in strada. Basti ricordare a titolo di esempio che solo nella giornata di ieri, la Polfer di Formia, ha sequestrato decine di sacchi di prodotti contraffatti e non a norma a ben 18 ambulanti, elevando multe per circa 70mila euro.
Non sono evidentemente loro il problema, casomai vittime del loro status di indigenza, costretti a scappare dai loro paesi di origine e chissà quanti scesi dai barconoi della morte dopo essere sopravvissuti al viaggio della speranza e della disperazione, così attuale nelle ultime settimane e che assume giorno dopo giorno i contorni di una emergenza continentale, motivo di crisi diplomatica internazionale.
Ma la vera domanda è: da dove arriva tutta questa merce? Perchè la maggiorparte di loro provengono, viaggiando su mezzi di fortuna, stracolmi di prodotti contraffatti, al di là del Garigliano? Chi permette il loro approviggionamento? E a chi vanno i soldi guadagnati? Non sono nuove infatti notizie di indagini che in Campania hanno rivelato il racket delle estorsioni agli ambulanti o il business di questi trasportati in massa per vendere in strada. Ovviamente tutto per mano della criminalità organizzata. Ma ormai passato il santo, passata la festa … e anche tutto il resto.
E’ INIZIATA L’ESTATE
Francesco Furlan
Forse ce ne erano come gli altri anni, forse erano meno considerata la crisi. Gli ambulanti abusivi in giro per la città o in stalli improvvisati a vendere oggettini in occasione della Festa di San Giovanni non sono comunque mancati. A dispetto di normative, controlli e quant’altro. E così erano tante le bancarelle, che quasi non permettevano il transito pedonale nelle ore in cui le strade sono rimaste aperte al traffico facendo di riflesso tornare il ricordo a come gli stalli della festa venivano raccontati, e soprattutto assegnati, all’interno dell’inchiesta “Sistema Formia”. La fiera è un’occasione di redenzione, “chiudiamo un occhio e facciamoli lavorare” deve essere la voce che viene fatta girare in queste occasioni, con eccezioni. La festa annuncia anche l’inizio dell’estate. E sono le spiagge, dopo la festa, a riempirsi di ambulanti. Fino a Formia sembrano arrivare per lo più dalla vicina provincia di Caserta. Da Gaeta in su, si deve rivolgere lo sguardo verso Terracina e il Circeo: spesso ragazzi troppo bambini per stare nei campi a subire il lavoro massacrante del caporalato, peggio di quanto ha testimoniato Di Vittorio sulla Puglia: in provincia di Latina sono solo stranieri, all’occorrenza li drogano.
Nel 2008, a seguito di un esposto di cittadini, raccontammo di come decine e decine di vu cumprà venissero trasportati con furgoni su tutte le spiagge di Formia. Fummo definiti “camorristi” perchè, volendo interpretare, per come l’avevamo raccontata avevamo reso una brutta immagine della città. Ce ne riassumiamo la responsabilità. Rivedendo questi volti stranieri e le mercanzie sparse qua e là alla rinfusa, stanchi sotto il sole dopo aver dormito poco e male per paura di vedersi rubare la propria merce, falsa, non potendosi allontanare nemmeno per le proprie urgenze fisiche, timorosi di un sequestro, della perdita di denaro (la multa è l’ultimo dei problemi), torna in mente la camorra che a questi stranieri è forse l’unica disposta a concedere un prestito. Senza sconti e a strozzo.
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