A Ponza i conti non tornano. O meglio non tornano più. Chiudendo il bilancio comunale 2014, a maggio era stato certificato un avanzo di oltre 58mila euro. Un documento da cui usciva l’immagine di un ente virtuoso. Ora si è scoperto che il Comune ha debiti per 4,6 milioni di euro e che dunque, per i prossimi 30 anni, in bilancio dovranno essere messi 154mila euro per coprire il maxi-buco, sottraendo così denaro a opere utili ai ponzesi.
Il sindaco Piero Vigorelli non ha dubbi: tutta colpa delle passate amministrazioni, di artifici contabili. Lo ha specificato intervenendo su Facebook. E già ha bussato alla porta della Corte dei Conti, chiedendo che vengano avviate azioni di rivalsa nei confronti di chi ha sbagliato. Il primo cittadino sostiene che quella voragine nei conti è stata prodotta dal 1998, prima dalle giunte dei fratelli Balzano e poi da quella Porzio. Il sindaco specifica poi di averla scoperta una volta avute in mano le carte della perizia disposta dalla Procura nell’inchiesta sulla cosiddetta “cricca”, in cui il Comune si è costituito parte civile e dove sono stati bollati come falsi i bilanci tra il 2007 e il 2011.
Ma a fare piena luce sarebbe stato soprattutto il riaccertamento dei residui, disposto per legge, che avrebbe portato l’amministrazione a scoprire poste inserite in bilancio nonostante fossero inesigibili, relative a maxi-finanziamenti mai avuti dall’isola. L’alternativa ora, per Vigorelli, è pagare o vendere beni pubblici. Una brutta tegola.