Terracina, per il Green Village sentenza riformata in Appello

Anche il reato principale, la lottizzazione abusiva, è venuto meno. Sentenza riformata dalla Corte d’Appello, per Bruno Lanzi, amministratore della società committente della realizzazione del “Green Village”, complesso lungo la provinciale Terracina-Circeo sequestrato nel marzo del 2011 perché ritenuto appunto una lottizzazione abusiva.

*L'avvocato Basile*
*L’avvocato Basile*

Lanzi, già assolto nel gennaio 2014 dall’accusa di abuso d’ufficio, adesso l’ha avuta vinta anche sul fronte portante, per un reato che al termine del rito abbreviato lo aveva portato ad una condanna a otto mesi e al pagamento di una sanzione da 12mila euro. Circostanza che, ha annunciato l’avvocato Massimo Basile a margine della disposizione della Corte d’Appello, contestualmente ad un’intesa col Comune di Terracina potrà portare a una riapertura del cantiere.


Aveva chiuso i battenti al culmine di un’inchiesta avviata nel 2010 dal sostituto procuratore di Latina Giuseppe Miliano, che aveva poi delegato accertamenti specifici agli specialisti del Nipaf e ai carabinieri del Nucleo radiomobile di Terracina. Da lì, il sequestro, con annessa iscrizione nel registro degli indagati di sette persone. Oltre a Lanzi, finirono sotto gli occhi della Procura due dirigenti del Comune, il geometra a suo tempo responsabile dello sportello Suap, due direttori dei lavori e un imprenditore.