Metamorfosi al via, per la Chirurgia dell’ospedale di Fondi. Non più quella che negli anni gli utenti hanno imparato a conoscere: a partire da questa mattina, mercoledì, il reparto, che da tempo viaggia a vista, quasi privo di medici, sarà riconvertito al “day sugery”. Piccoli interventi di lieve impatto e diagnosi di routine, in sostanza, con l’attività d’elezione passata ai cugini di Terracina, come pure il coordinamento, in carico al primario della Chirurgia universitaria Franco Stagnitti. Una riconversione avvenuta nell’ambito dell’ultimo atto aziendale, e che, pur collegata a un necessario restyling della rete sanitaria provinciale, corrisponde ad un declassamento di fatto del reparto fondano, inquadrato come un doppione di troppo per i conti Asl. E già progressivamente ridotto a una scatola vuota, da mesi vicino al collasso e con un’attività sempre più ai minimi termini.
Una storia risaputa. E che, se non si stesse parlando di sanità, farebbe quasi sorridere. Lasciati alle spalle i fasti degli anni passati, quando non mancavano interventi d’avanguardia, la Chirurgia del “San Giovanni di Dio” si è man mano ritrovata in versione mini. Con un’equipe talmente risicata da diventare fantasma. Roba da “Dieci piccoli indiani”. Nell’ultimo anno spesso e volentieri si è arrivati a due soli effettivi, compreso il primario Riccardo Bertolini. Che a volte ha paradossalmente dovuto dirigere se stesso: era l’unico camice bianco in corsia.
Precari fuggiti verso altri lidi, qualche volontario trasferimento, prolungati periodi di malattia. Senza che dai vertici dell’Azienda sanitaria si sia mai riusciti a rimpiazzare il professionista di turno. Nulla da stupirsi, se a suo tempo una delle poche mosse concrete è stata quella di indirizzare i pochi “superstiti” del nosocomio della Piana a coprire le notti dei colleghi di stanza in quel di Terracina. Arrivando, dopo mesi e mesi di agonia “indotta”, all’annunciata riconversione. Spazio al day surgery.