Medical Pontino, 14 a giudizio dal 9 marzo

Il Tribunale di Latina

Quattordici rinvii a giudizio. Questa la decisione presa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Guido Marcelli, nel procedimento sulla “guerra” tra centri analisi nel capoluogo pontino, che ha visto come protagonisti l’amministratore del Medical Pontino, l’ing. Elio Chiavetta, e l’ex direttore della struttura, Renato Savignano.

Una denuncia di Chiavetta portò il sostituto procuratore Marco Giancristofaro, alla luce delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, a ritenere Savignano, insieme all’allora direttore della filiale Unicredit del centro commerciale L’Orologio, la latinense Silvana Soscia, a Emanuela Purificato, formiana, dirigente dell’Unicredit di Roma, e a Gianfranco Fabbri, socio del Medical Pontino, responsabili della contraffazione della firma di Chiavetta su due polizze assicurative sulla vita, emesse nel settembre 2007 a favore di Fabbri.


Secondo l’accusa, Savignano si sarebbe poi appropriato di 200 mila euro della società di cui era direttore, grazie all’inserimento fraudolento nella contabilità della srl di costi relativi a fatture per operazioni inesistenti, fatti risultare pagati.

E ancora: Savignano, insieme al consulente informatico Marco Varone, di Roma si sarebbe appropriato dell’archivio informatico con i dati dei pazienti della struttura di corso Matteotti, per utilizzarli nella nuova società in cui era andato ad operare, la Ecomed srl, che gestisce, sempre a Latina, un centro diagnostico polispecialistico. Dati infine trattati indebitamente, oltre che dall’ex direttore, da Fabbri e da Varone, da Romina Cipolla e Marco Toto, entrambi di Cisterna. Le denunce di Savignano portarono poi guai allo stesso amministratore del Medical Pontino e a diversi imprenditori. Secondo il sostituto Giancristofaro, Chiavetta sarebbe stato infatti responsabile di una maxi evasione fiscale. Per evadere le imposte sui redditi e sull’Iva, secondo il magistrato, nelle dichiarazioni 2006, 2007, 2008 e 2009, Chiavetta avrebbe inserito elementi passivi fittizi, utilizzando fatture ottenute su operazioni inesistenti, documenti rilasciati dalla Biochem di Felicia Iovanescu, dalla Biochem srl, amministrata da Bruno Conti, di Roma, dalla Tsm Elettromedicali di Torelli Luigi & C. sas, amministrata da Luigi Torelli, di Latina, dalla Venti Settembre srl, amministrata da Pietro Paolo Giuliano Formentini, di Milano, dalla coop Siap, dalla Eti Elettrotecnica Industriale srl, amministrata da Luigi Di Cristina, di Formia, dalla Latinfrigo del setino Valter Miliucci, dalla Edil Art 2001 di Arturo Salvatore Di Muro, di Latina, e dalla Dierre 2005 di Renato Di Muro, anche lui di Latina. Fatture per un totale di quasi 646 mila euro e oltre 129 mila euro d’Iva.

Il giudice Marcelli ha riscontrato che i reati denunciati da Chiavetta sono ormai prescritti e, per tale ragione, ha prosciolto Soscia e Purificato. A giudizio invece gli altri, ovvero lo stesso Chiavetta, Savignano, Arturo e Renato Di Muro, Conti, Iovanescu, Toto, Fabbri, Cipolla, Varone, Torelli, Di Cristina, Miliucci e Formentini.

Il processo è fissato per il prossimo 9 marzo, davanti al giudice del Tribunale di Latina, Luigi Giannantonio.