Mof, Addessi spinge per annullare le elezioni Agrofondi

Acque stagnanti, all’Agrofondi, dove continuano a non mancare i colpi di teatro. Prima le discusse elezioni per il rinnovo delle cariche, con annesse ombre su presunti brogli che avrebbero portato l’amministratore delegato della Mof spa Enzo Addessi a scalare una posizione dietro l’altra. Adesso, passate le polemiche e scampati i possibili ricorsi, l’immobilismo. Che potrebbe portare ad un passo indietro: precedenti elezioni annullate e consultazioni bis. Allungando ulteriormente le tempistiche per l’insediamento del nuovo consiglio direttivo e, quindi, la successiva la nomina del nuovo presidente del consorzio di operatori. Altamente strategico, nell’ambito del Mof. L’Agrofondi costituisce una delle principali chiavi di volta per la gestione del Gigante verde dell’ortofrutta: ha il 99,5% dell’Euromof, che a sua volta detiene il 49% delle quote della Mof spa e il 3,39% di quelle della collegata Imof spa.

*Enzo Addessi*
*Enzo Addessi*

A spingere per un dietrofront che porti daccapo alle urne è lo stesso Ad Mof Enzo Addessi, al centro della bagarre registratasi alle recenti elezioni. Lo ha fatto intendere all’inizio della scorsa settimana, durante una riunione a porte chiuse in cui hanno presenziato i venti candidati che si erano presentati per i posti nel Cda Agrofondi. Per giovare all’immagine del Mercato e scansare le ombre, Addessi ha chiesto di rimettere tutto ai voti, se necessario anche facendo egli stesso un passo indietro, ritirando la propria candidatura. Soprattutto considerando la risonanza che determinate situazioni avevano avuto a mezzo stampa. Ma cos’era successo? Quale, la causa scatenante degli “imbarazzi”? Una questione di numeri.


A fine aprile, i soci dell’Agrofondi erano stati chiamati al voto. Tredici preferenze, una per ogni membro del futuro Cda. Al termine dello spoglio, gestito nel doppio ruolo di candidato e controllore, Addessi rischiava di rimanere fuori: si era ritrovato all’ultimo posto utile, a pari voti con un altro candidato. Prima di un eventuale ballottaggio, si propende per ricontare le schede. Ma è tardi. L’operazione si farà in differita. La seduta viene aggiornata, l’urna sigillata e portata via da Addessi. Che nella seconda seduta, a distanza di giorni, si scopre sul podio: nel ricontare le schede, aveva otto preferenze in più. Prima gli erano sfuggite. Entrata nel Cda assicurata, assicurate pure le polemiche. Tanto che qualcuno parlava di voti comparsi “grazie ai fantasmi”. Semplici cattiverie, per l’interessato, che a settimane di distanza si è dunque detto pronto ad azzerare tutto. Soluzione che paradossalmente gli “altri” ora non vedono di buon occhio: il timore, è quello di una manovra atta a scalzare o comunque restringere la corrente a lui avversa uscita da quelle contestate elezioni.