Fondi, flop Pd: aria di rifondazione. E timori per la maggioranza bulgara

L’azione politica portata sinora avanti non ha retto al banco di prova più importante. Ed alla luce della sonora sconfitta delle amministrative, il Partito democratico di Fondi è giocoforza chiamato all’autoanalisi. E’ il momento di fare il punto, studiare errori e strategie da intraprendere. Lunedì pomeriggio, largo all’incontro interlocutorio. C’è da ripartire. Un nuovo inizio che potrebbe coincidere con una rifondazione. Un po’ tutti sono pronti a fare un passo indietro.

A partire da Rosaria Alfinito, segretaria dei democrat della Piana dal 2010. “Ad oggi mi sento al mio posto, non mi dimetto. Ci vedremo a breve per parlare”, ha affermato. “E’ comunque scontato che, se servisse al bene del partito, sono pronta a ogni eventualità”. Sulla stessa lunghezza d’onda è Mario Fiorillo, candidato sindaco eletto in consiglio comunale: all’occorrenza, anche lui si è detto pronto a farsi da parte. Lo ha fatto in una lettera aperta indirizzata martedì a candidati, militanti ed elettori. Missiva che non nasconde l’amarezza per la debacle. “Realisticamente non mi aspettavo miracoli, ma pensavo che almeno si arrivasse alle soglie del 20%. Così non è stato. Peggio ancora: c’è stata l’esondazione di Forza Italia e alleati con l’annichilimento degli altri movimenti di opposizione. Nei prossimi giorni, come è necessario, esamineremo più approfonditamente risultati, cause ed errori. Ma ancora più necessariamente, io ritengo, dovremo confrontarci su come ripartire, su come rispondere al meglio alle aspettative che i 3.200 elettori hanno riposto in noi. In questo senso si sono già espressi in queste ore tanti giovani e meno giovani che si sono direttamente e fortemente impegnati in questa complicata campagna elettorale. Penso che ad essi prioritariamente spetti il compito di decidere quale strada intraprendere, quali scelte fare”. E’ proprio ai giovani che Fiorillo ha rimesso la decisione sul proprio ruolo, dicendosi “pronto a fare non uno, ma mille passi indietro, come è giusto che faccia chi è il primo responsabile di un insuccesso”. Una disponibilità che ad ogni modo non equivale a una resa, col neo-consigliere che si è detto “altrettanto pronto anche a rispettare l’impegno preso al momento dell’accettazione della candidatura e che consiste nella stessa motivazione di essa: aiutare e sostenere i giovani capaci e volenterosi, che sentono l’impegno politico come dovere civico, a ‘fare politica’; fare in modo che non solo si formi un gruppo coeso di ragazzi brillanti e pieni di idee e spirito di iniziativa che ‘prenda in mano’ il Partito Democratico, ma che si creino anche spazi e opportunità per altri movimenti politici, pure esterni al partito, che si richiamino agli ideali e ai valori della sinistra”.


 

FIORE TEME LA MAGGIORANZA FORMATO MAXI

*Bruno Fiore*
*Bruno Fiore*

Il ruzzolone Pd alle urne ha estromesso dal consiglio comunale una delle storiche punte di diamante dell’opposizione, Bruno Fiore. Anche lui, assicurando che continuerà la propria militanza politica e le denunce anche da semplice cittadino, nel post elezioni non ha potuto fare a meno di una (desolata) analisi: “Il risultato complessivo è stato fortemente penalizzante per un progetto politico messo in piedi in tempi troppo esigui e che non è riuscito ad arrivare agli elettori, nemmeno a quelli che rappresentano lo ‘zoccolo duro’ del nostro partito. Questo non è dipeso da Mario (Fiorillo, candidato sindaco, ndr), ma da un gruppo dirigente che si deve ricostruire con l’apporto sostanziale dei giovani. Giovani che abbiamo visto impegnati con passione ed intelligenza in questi intensi due mesi di campagna elettorale. Il Pd deve ritrovare il suo ruolo di forza politica progressista nella società fondana. È il compito che ci spetta nei prossimi anni”. Dopo il mea culpa e i buoni propositi, l’invito a dare il maggior apporto possibile ai tre consiglieri democrat eletti. Soprattutto a fronte di una maggioranza bulgara: “In questo momento, nel quale il centrodestra fondano riesce ad ottenere risultati nel quale nemmeno esso sperava, si pone un problema serio di agibilità democratica. Temo che nella super maggioranza di De Meo e Fazzone si possano mettere in moto comportamenti talmente arroganti e non rispettosi del confronto democratico, tali da sfiorare la volontà di non garantire all’opposizione qualsiasi possibilità di svolgere con la dovuta serenità il proprio ruolo”.