E’ attesa a giorni la fissazione dell’udienza, presso il Tribunale del Riesame di Roma, che dovrà decidere sulla eventuale scarcerazione, o riduzione della misura cautelare, per Carmine Brancaccio, il 35enne arrestato dai carabinieri perché accusato, in concorso con il fratello Giuseppe, del tentato omicidio, il 28 aprile, del 29enne Massimo Flauto, titolare di un ristorante sul Lungomare di Scauri a Minturno.
A presentare l’istanza l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo che anticipando la tesi difesiva del proprio assistito, ha evidenziato come, contrariamente a quanto sarebbe emerso dagli atti circa la fuga del Brancaccio, in realtà questi sarebbe sempre stato a Scauri ed avrebbe sentito persino al telefono i Carabinieri della locale Stazione, dai quali si sarebbe recato senza indugio non appena saputo che lo cercassero. “Non sentendosi minimamente coinvolto nella vicenda dalla quale si è sempre proclamato estraneo”, afferma il penalista che proprio a sostegno di questa tesi ha prodotto delle conversazioni avute dal suo assistito con i militari su whatsapp dai cui si ricaverebbe chiaramente che lo stesso non stesse per nulla fuggendo, come invece riportato nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip.