Dissalatore a Ponza, l’amministrazione prosegue spedita

L'ingresso del Comune di Ponza

“Il dissalatore è il futuro. O vogliamo ancora dipendere dalle bettoline che non arrivano col mare agitato, lasciando l’isola a secco come questo inverno, e che talvolta portano anche una imbevibile acqua salata? Ponza e Ventotene hanno scelto il dissalatore”. Lo afferma il primo cittadino Piero Vigorelli così in qualche modo ribadendo la decisione presa nel corso dell’ultimo Consiglio comunale e anche rispondendo, ancora una volta, alle critiche del comitato Rinascita per Ponza.

Nel Consiglio Comunale di lunedì 11 maggio, l’opposizione ha proposto il rinvio della discussione ad altra seduta. Non si poteva e non si doveva fare. Ci saremo dati la zappa sui piedi. Vi spiego perché…


La Regione Lazio ha imposto a Ponza e Ventotene di aderire all’ATO4 e di accedere alla società mista pubblico – privato Acqualatina per il servizio idrico integrato (acqua e fogne). La cosa doveva avvenire dal 1° gennaio 2015, potrebbe accadere dal 1° luglio se si concludesse positivamente la trattativa sul protocollo d’intesa che la Regione propone alle due isole ponziane e a Acqualatina.

Nello stesso tempo la Regione, forte del “risparmio” che farà nel medio periodo degli 8,7 milioni annui per rifornire le due isole, finanzierà Acqualatina per realizzare i dissalatori e per sistemare, una volta per tutte, la deficitaria questione degli impianti fognari.

Per Ponza si tratta in sostanza di alcuni interventi finali sulle fogne in zona porto – Conti-Santa Maria, della riattivazione del depuratore di Le Forna, della chiusura degli scarichi a mare, della realizzazione di un impianto fognario efficiente in tutta la zona nord. I primi interventi partirebbero subito, questo luglio.

Il Comune deve o no guidare questo cambiamento? Deve o no avere il potere di trattare al meglio e di decidere? Tutti risponderanno di sì, ne sono certo.

Ma rinviando la scelta, come ha proposto l’opposizione, sarebbero scattati i “poteri sostitutivi” che la Regione ha già minacciato di imporre e che Ponza ha già respinto. Vuol dire che la Regione avrebbe estromesso il Comune e avrebbe preso le redini della vicenda. E’ quello che il Sindaco e l’Amministrazione hanno scongiurato. E’ quello che l’opposizione non ha capito. O non ha voluto capire.

In Consiglio abbiamo quindi approvato il progetto preliminare del dissalatore, che già contiene alcune modifiche proposte dal Comune all’inizio del 2013. Come ad esempio il “no” a una centrale elettrica a gasolio per alimentare il dissalatore (c’è la nuova centrale a due passi!), il “sì” a una nuova cisterna e ai collegamenti con l’attuale acquedotto, il “sì” alle opere di mitigazione del PAI. E altro ancora.

Ora c’è tutto un iter da fare, da parte di ATO4 e Acqualatina, per acquisire i pareri e nulla osta dai vari Enti. Sarà più lunga questa fase burocratica e amministrativa, che quella della realizzazione e messa in funzione dell’impianto di dissalazione.

Se tutto andrà per il meglio, a fine 2017 Ponza avrà la sua acqua dal suo mare”.

Quindi la risposta alle critiche: “Vorrei però sfatare alcune dicerie che ho sentito o letto, proposte da chi pratica l’inganno e vuole affondare Ponza e il suo futuro. In primo luogo si deve sapere che interi Stati nel mondo sopravvivono con i dissalatori, da Israele all’Arabia Saudita. Poi si deve sapere che molte isole italiane hanno già il dissalatore. Chi non ce l’ha, lo vorrebbe. E il Giglio ne vuole addirittura un secondo.

Se qualcuno è stato in crociera, come di recente l’ex sindaco Franco Ferraiuolo o il nostro Ciro Sandolo in viaggio di nozze, forse avrà saputo che l’acqua era prodotta dal dissalatore istallato a bordo. E si rifletta sul fatto che una nave da crociera trasporta anche 3.500 persone, cioè l’intera popolazione di Ponza.

Poi ci sono le fesserie. Ad esempio: l’acqua costerà di più, perché il dissalatore consuma tanta energia elettrica. Non è vero. La tariffa dell’acqua non viene decisa da Acqualatina a livello comunale, non c’è una tariffa per Gaeta, una per Formia, una per Priverno e una per Sezze. E non ce ne sarà una per Ponza e un’altra per Ventotene.

La tariffa è uguale per tutti i Comuni dell’ATO4. Non solo: l’Autorità Nazionale dell’Energia fissa i criteri, uguali per tutta l’Italia, da Lampedusa a Dobbiaco, per stabilire il valore della tariffa dei diversi ATO e fissa altresì i criteri e le percentuali per diminuire o aumentare le tariffe.

Ancora… Acqualatina è contestata in alcuni Comuni. E’ vero, in terraferma alcune condotte sono un po’ come la groviera e talvolta ci sono problemi. Ma a Ponza si gioca in casa, in un territorio piccolo, molto facile da gestire. Del resto lo hanno fin qui fatto, e bene, i nostri operai dell’Idrico che non sono laureati, ma che sono Ingegneri del fare.

Altra sciocchezza: la tariffa di Acqualatina è più alta di quella di Ponza. Non è vero. L’utenza domestica pagherà molto di meno, anche perché Acqualatina ha criteri “sociali” più ampi che a Ponza, fa grandi sconti a chi ha un Isee piccolo e una famiglia grande.

Poi ho visto anche l’intervista di un signore, Enzo Emiliozzi, qualificato come ex dell’Enea, che sarebbe l’Ente Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. E’ uno scienziato? E’ un luminare? Sta per avere il Premio Nobel? No, è un ex sindacalista della RSU dell’Enea.

Costui ha spiegato alle telecamere che il mare nostro, da Ischia a Palmarola, è stracarico di arsenico, rame e mercurio. Ohibò, allora non dovremmo più mangiare il nostro pesce. Ha poi aggiunto, quel signore: “Non sappiamo se gli impianti di desalinizzazione sono (siano, il congiuntivo!) in grado di eliminare la presenza di questi metalli altamente pericolosi”.

Che cosa? Cosa ha detto? Ha detto “Non sappiamo se…”. Ma se non lo sa lui che lavorava all’Enea, cosa vuole? Perché straparla, perché lancia allarmi, perché alimenta paure? Quel signore è solo un irresponsabile.

Altro esempio: qualcuno dice che una condotta sottomarina costerebbe di meno. Sicuramente una trentina di anni fa, quando con Ferraiuolo sindaco si era imboccata quella strada. Allora la Regione era carica di soldi (oggi lo è di debiti). Allora nessuno avrebbe obiettato alla realizzazione di una maxi-cisterna sotterranea al Circeo per l’acqua diretta a Ponza, mentre adesso c’è il Parco. Allora non c’erano le attuali procedure di gara ed era il regno del clientelismo. Allora non esistevano ferree leggi, vincoli e regole europee e italiane. E così via.

Ho letto tuttavia anche questa spericolata affermazione, sicuramente molto professorale, ma a un tanto al chilo: “Sì è vero, ci sono le leggi europee che ci impongono questo e quello. Ma noi siamo in Italia e soprattutto siamo a Ponza”. Ecco, questo era il criterio delinquenziale che tanto male ha fatto a Ponza negli ultimi 20 anni. Riproporlo oggi, in nome di una Rinascita dell’isola, è da manicomio.

Come diceva Karl Marx, tanto caro a certi soggetti racconta balle in un sito e in due profili di FB, “La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa””.