Alla XXIIesima Comunità Montana adesso scoppia il caso dei Comuni morosi. Comuni da tempo non in regola con il pagamento delle quote associative da corrispondere annualmente, nonostante i rispettivi rappresentanti locali ai vertici dell’ente di via del Mare abbiano di volta in volta votato a favore dell’erogazione di tali somme. Non mancando di stigmatizzare – e qui sta la particolarità – le prese di posizione delle realtà locali che, pur non avendo debiti, si erano opposte al sistema delle quote decidendo di non aprire più i cordoni della borsa.
A primeggiare nella lista nera è Terracina, che dal 2009 ha accumulato un debito di oltre 138mila euro. A seguire, con cifre di gran lunga inferiori, Campodimele e Sperlonga, rispettivamente debitori di quasi 9mila euro e oltre 3mila.
Una questione sollevata dall’amministrazione di Lenola, i cui rappresentanti, Giorgio Di Fonzo e Marco Mastrobattista, nel corso dell’ultimo consiglio comunitario si erano fermamente opposti al pagamento della quota spettante al proprio Comune, circa 30mila euro. Un niet che aveva scatenato lo sdegno del vicepresidente nonché assessore della Comunità Montana Augusto Basile, che aveva parlato di un comportamento “immorale”. Peccato che lo stesso Basile sia il rappresentante del Comune di Terracina, quello ad oggi maggiormente distintosi per “immoralità”. Tra i sodali di Basile, il presidente del consiglio comunitario Aldo Farina e l’assessore Joseph Maric, provenienti da Sperlonga, e l’assessore Ermanno Notarfonso, da Campodimele. Pure loro esponenti di Comuni non in regola, ma che ad ogni modo “deliberano sistematicamente l’approvazione delle quote”, come sottolineato dall’amministrazione comunale lenolese, a dir poco stizzita. “Allora a che gioco stiamo giocando? Le regole valgono per tutti o solamente per chi non è in giunta?”, si chiedono (retoricamente) dal gruppo di maggioranza di “Lenola Rinasce”. I cui esponenti lanciano un appello al rappresentante lenolese di Forza Italia Severino Marrocco: “Ci rivolgiamo al consigliere comunale, in qualità di assessore della XXII Comunità Montana, affinché si faccia portavoce in Giunta per segnalare queste inadempienze e invitare i suoi colleghi a fare un passo indietro su determinate posizioni. Noi non accettiamo lezioni di etica morale da coloro che sono inadempienti, ma soprattutto moralmente non è corretto amministrare ‘figli e figliastri’”.