“Prosegue senza sosta la battaglia per difendere il Corpo Forestale dello Stato dalla norma che prevede una sua soppressione ora all’esame dell’aula del Senato”, affermano il segretario provinciale e il dirigente nazionale di categoria Piero Setti e Flavio Di Lascio.

“La nostra lotta messa in campo dall’anno scorso ha avuto un consenso largo e variegato che è andato oltre ogni aspettativa. Non solo cittadini, personalità della cultura e della giustizia, associazioni ambientaliste e agricole ma anche tanti partiti presenti in Parlamento hanno, in questi giorni di discussione, messo in evidenza la contrarietà all’assorbimento della forestale in altri lidi. Assorbimento che non porterebbe alcun tipo di risparmio effettivo.
A livello nazionale, Forza Italia, Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Sel, Fratelli d’Italia, ma anche tanti esponenti di primo piano del Partito Democratico, del Nuovo CentroDestra, Udc e di Scelta Civica ci sono stati vicini proponendo emendamenti al testo normativo.
Attendiamo fiduciosi convinti che il Paese non possa privarsi dell’unica forza di polizia specializzata in materia ambientale ed agroalimentare che negli anni è cresciuta in termini di competenze. Abbiamo sempre dichiarato che occorre sì, riorganizzarsi per venire incontro alle nuove esigenze dell’apparto pubblico ma, nel contempo, dobbiamo esaltare la nostra centralità nel sistema sicurezza nazionale.
Sul versante pontino – proseguono Setti e Di Lascio – non possiamo però che registrare una timida presa di posizione della politica locale, a tutti i livelli. Ringraziamo certamente le amministrazioni di Sabaudia, Bassiano, Terracina che hanno avuto la sensibilità di solidarizzare con i Forestali. Non possiamo dire altrettanto, ad esempio, per i parlamentari pontini, o per la presidenza della provincia, o per gli altri sindaci.
Ci dispiace enormemente anche perché per la nostra amministrazione, Latina e la provincia, rappresentano da sempre un centro fondamentale. Sul territorio ci sono uffici, reparti e risorse umane operative, e anche operai, che fanno parte ormai del tessuto socioeconomico locale e che hanno sempre svolto un’opera di tutela a servizio del territorio e di collaborazione, viva e attiva, con gli stessi comuni, che è sotto gli occhi di tutti.
Lanciamo un nuovo appello con la speranza che questa volta la provincia possa, unitariamente, lanciare un segnale al governo così come fatto da centinaia e centinaia di amministrazioni municipali e diverse regioni e provincie, concludono i sindacalisti”.