di Marco Tosarello
Al Convegno laziale “Alimentazione e deontologia: il caso studio dell’Olio Extra Vergine di Oliva tracciato italiano” sono emersi dati interessanti anche per la provincia di Latina che concorre al riconoscimento della denominazione di origine protetta: sul territorio regionale, infatti, sono presenti quattro DOP, rispettivamente nelle province di Latina (Colline pontine), Viterbo (Canino e Tuscia) e nelle zone della Sabina romana e reatina. Nel 2014 in tutto il Lazio, attraverso il canale della grande distribuzione, sono stati venduti 17 milioni circa di litri extra vergine per un valore corrispondente a 63 milioni di euro, in particolare sono stati acquistati 1,2 milioni di litri di olio extra vergine di oliva della categoria 100% italiano (per un valore di 6 milioni di euro), scambiato ad un prezzo superiore rispetto all’extra vergine convenzionale 5,42 euro/litro).
“Nel Lazio la superficie investita ad olio è di circa 80.000 ettari – puntualizza l’Unapor, il rappresentativo consorzio italiano di ovicoltori a livello europeo e mondiale per la rintracciabilità dell’olio – il territorio di Latina rappresenta il 16% di di ovicoltura nella regione”.
L’Italia, nella produzione dell’olio, conta 900.000 aziende agricole, 1 milione di ettari coltivati, 3 miliardi il valore del fatturato, 2° produttore mondiale di olio di oliva (leader è la Spagna), 3° produttore europeo di olive da tavola, ma il 2014 ha fatto registrare la più bassa produzione con soli 200mila tonnellate (medialmente 500mila tonnellate annue) principalmente per causa della batteriosi (la mosca il parassito responsabile) che ha attaccato irrimediabilmente gli ulivi. Il Comandante CNA del Lazio, il Maggiore Riccardo Raggiotti, ha illustrato le tipologie d’intervento dei nuclei antifrodi dei carabinieri (Parma, Roma e Salerno le sedi centrali) che dipendono dal Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari: la relazione dettagliata del comandante Raggiotti ha portato alla luce dati interessanti sulle operazioni di prevenzione e intervento sulla contraffazione (falsa evocazione, pratiche commerciali ingannevoli, falsa etichettatura e mancata rintracciabilità dei prodotti: allarmante un dato con 8 campioni, su 10 bottiglie di olio sottocosto prelevato dagli scaffali dei supermercati, che sono risultati difettati e trattati chimicamente).
Particolarmente atesso l’intervento dell’On. Colomba Mongiello, vice presidente della commissione parlamentare anticontraffazione, a cui si deve il grande merito della cosiddetta legge “salva-olio” (L.9/2013 – L.161/2014), approvata e votata all’unanimità da Camera e Senato. “Questa legge ha fatto da apripista al regolamento europeo – ha affermato l’On. Mongiello – bisogna sensibilizzare il consumatore ad avere più attenzione nell’acquisto, leggendo bene le etichettature. Le etichette sono fondamentali: questa è una nostra battaglia a difesa del consumatore che è la vera vittima della frode alimentare. L’Italia è stato il primo Paese ad aver posto questo problema all’Unione Europea.
Le etichette devono essere chiare, trasparenti e le rilevanze cromatiche sui prodotti ben leggibili dal consumatore. Le etichette sono una sorta di carta identità del prodotto, per capire origine e rintracciabilità, per preservare quindi le indicazioni geografiche, perché ogni territorio è diverso dall’altro anche nella stessa coltivazione”. Inevitabili i riferimenti al falso made in Italy, dove i nostri tradizionali prodotti come sono venduti all’estero con false etichettature italiane: “Dobbiamo difendere, tutelare e valorizzare il Made in Italy – puntualizza l’Onorevole Mongiello – perché non rappresenta solamente il prodotto finale, ma incarna i più sani valori: rappresenta la nostra storia, il territorio, la cultura, il buon cibo, la famiglia. Perché il Made in Italy, quello vero e genuino, produce autentiche emozioni”.