E’ una storia incredibile quella accaduta ad una donna di circa 40 anni originaria di Gaeta che, al pari di tante altre raccontate negli ultimi mesi, sottolinea nuovamente, semmai ce ne fosse bisogno, la scarsa qualità della sanità nel sudpontino, se non addirittura la dannosità di alcuni servizi, che di fatto è meglio fare privatamente e che quindi trasformano un servizio pubblico in uno privato.
Sono noti a tutti i malcapitati utenti dei servizi dell’Asl di Latina, i tempi di attesa biblici per alcune prestazioni, quando non si arriva, come in molti casi, addirittura al blocco delle liste di attesa per molti esami specialistici anche importantissimi per la salute di alcuni pazienti. E’ il caso della sfortunata protagonista di questa storia che, avendo dovuto convivere con la triste esperienza vissuta dalla madre e del tumore al seno di quest’ultima, ha deciso da tempo di svolgere periodicamente una mammografia. Come accaduto nell’ormai lontano 2012 quando, dopo impegnativa del medico curante, prenota una mammografia che viene programmata per il giorno 19 agosto dello stesso anno. Il giorno precedente, quindi il 18, la donna si reca a pagare 48,86 euro per la prestazione.
Arriva il giorno dell’esame e le viene comunicato che per problemi tecnici la mammografia non può essere effettuata. Passano oltre due anni da allora e all’ennesima chiamata nell’ottobre 2014 da parte della donna, ancora una volta, le viene riferito di dover attendere. A questo proposito è bene ricordare come la mammografia sia un importantissimo esame diagnostico che, per le donne, specie dopo una certa età, o con casi di tumori al seno in famiglia, è importante svolgere periodicamente. Solo qualche giorno fà, grazie ad un’iniziativa della sezione navale della Guardia di Finanza, ben 160 donne si sono sottoposte all’esame in piazza Vittoria a Formia e per ben 4 di loro è purtroppo arrivata una diagnosi di tumore.
Arriviamo a marzo 2015 e finalmente la donna viene ricontattata e le viene riferito di dover fare una nuova impegnativa. Si reca all’ospedale Dono Svizzero di Formia per effettuare l’esame, con la vecchia e la nuova impegnativa e anche la fattura di pagamento del 2012 (!), ma le viene detto che quel documento di pagamento è come scaduto, insomma deve ripagare e poi casomai chiedere il rimborso. Ovviamente la donna si è immediatamente opposta a tale richiesta, visto che non solo l’esame non l’ho mai fatto ma avrebbe dovuto pagare due volte. Dopo svariati minuti di veementi proteste e funzionari che si scaricavano le responsabilità, secondo le ricostruzioni della povera vittima di questa disavventura, riesce a sottoporsi all’agognato esame senza ripagare.
Anche se non è detto che la Asl non chieda a questo punto il conto dell’esame svolto, diciamo posticipatamente, per poi attendere che la donna chieda semmai il rimborso della prima mammografia mai svolta. Insomma un caos totale, nel quale però viene da chiedersi cosa sarebbe accaduto se la donna avesse perso la fattura, o se qualcun altro avesse pagato comunque per l’importanza dell’esame e senza fare troppe storie. A chi sarebbero andati i soldi di due prestazioni, delle quali una non era masi stata svolta? Ma soprattutto, se la donna aveva un tumore al seno come sarebbero andate a finire le cose dopo tre anni di attesa?