Alloggi popolari per padri separati, botta e risposta

Vincenzo Spavone

Riceviamo da Vincenzo Spavone, presidente GESEF (Genitori Separati dai Figli) di Roma in replica a un recente comunicato di Valentina Paccacena, Valore Donna.

“Sono veramente curiose le argomentazioni della Signora Pappacena a proposito dell’intenzione del Comune di Latina, attraverso il suo Assessorato ai Servizi Sociali, di indire un bando per case popolari destinati ai padri separati senza alloggio, sfrattati per fine locazione (pardon fine rapporto familiare), senza fissa dimora e magari anche senza i figli.


Sono curiose quanto strumentali (per non eccedere nella polemica ideologica) nel fare a gara a chi è più povero, a chi è più bisognoso di sostegno e tutela, come anche a voler dettare l’agenda sociale ad una amministrazione che legittimamente eletta decide in piena autonomia come ridistribuire sul territorio le poche risorse a sua disposizione.

La signora Pappacena sicuramente rappresenterà (ma ho i miei dubbi) anche qualche donna separata vittima di violenze coniugale ma sono sicuro che non rappresenterà quelle che per avere l’affido dei figli, la collocazione degli stessi, la casa affidata, l’assegno di mantenimento per sé e i suoi figli non si fanno scrupoli di presentare denunce strumentali e fatti mai avvenuti solo per mettere in discredito il consorte, farlo passare per violento e addirittura (che è poi il primo effetto immediato), allontanarlo dai propri figli. Perché il termine padre separato significa proprio in questo; essere separato dai propri figli, fisicamente ed idealmente.

Ora, a parte le cronache cittadine e nazionali che da decenni ci parlano delle nuove povertà e dei nuovi poveri, in primis i padri separati, e a parte la polemica strumentale, ideologica ed anche odiosoa sulle priorità delle emergenze abitative, credo che la decisione di riservare un bando per case popolari ai padri separati entri nell’ottica culturale della Bigenitorialità – diritto del minore a continuare al rapporto significativo con entrambi i genitori così come sancito dalla 54/2006 e dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia –, e di cui abbiamo seri dubbi che la signora Pappacena possa esserne a conoscenza.

Detto tutto questo in premessa, invitando il Comune di Latina a proseguire senza indugi in questa meritevole quanto necessaria azione di sostegno e contrasto alle nuove povertà, invito e sfido la signora Pappacena (e se vuole anche davanti alla Commissione Consiliare di riferimento), a un confronto pubblico sulle tematiche da lei affrontate, e vediamo alla fine chi è più meritevole di attenzioni e di sostegni in questa strumentale gara di priorità messa in campo dall’Associazione Valore Donna di Latina”.