Omicidio Barlone, gli assassini fuggiti con un misterioso borsone

Patrizio Barlone
*La vittima*

Al momento dell’irruzione non c’era, facendo la sua comparsa solo nei momenti della silenziosa fuga: la chiave dell’omicidio di “don” Patrizio Barlone, trovato cadavere dopo essere stato immobilizzato e picchiato brutalmente, potrebbe essere tutta in una “busta”. Quella che uno degli assalitori stringeva mentre, assieme a due dei tre complici, parzialmente ripresi dalla telecamera dei carabinieri posta davanti l’abitazione della vittima, si lasciava alle spalle l’uscio del civico 11 di via Roma. E’ per il contenuto di quella busta, simile a una piccola sacca sembra, che il 61enne ex diacono e falso prete di Monte San Biagio, incappato negli anni in guai giudiziari legati all’usura, è stato ammazzato. Cos’era riposto al suo interno? Documenti? Soldi? Un mistero.

Uno dei tanti legati ad un delitto che dal momento della scoperta, la mattina del 9 febbraio, a poche ore dal culmine della festa patronale, sta impegnando giorno e notte Procura e militari dell’Arma, ancora in attesa delle risultanze definitive di accertamenti tecnici e medico-legali. Di certo, c’è che il movente economico è quello più battuto. E chissà se vi si possano in qualche modo ricollegare le mazzette di contanti rinvenute in casa di Barlone a margine degli accertamenti degli specialisti del Ris. Un tesoretto da qualche migliaio d’euro, abilmente occultato in mezzo ai panni riposti in un armadio: il denaro era nascosto nella gambe di varie paia di pantaloni.


Qualsiasi cosa volessero gli assassini, magari anche una semplice vendetta, hanno agito con l’inganno. Una staffetta della morte  avvenuta domenica 8 febbraio tra le 19,20 e le 20 circa, in parte ripresa dall’occhio elettronico, nonostante i volti dei protagonisti non si riconoscano: alla porta di Barlone suona una donna, lui apre; poco dopo, in casa la segue un uomo; qualche minuto, e lei esce a passo svelto; di seguito, in casa irrompono altre due figure maschili. Uscendo insieme alla prima, alla fine, con la misteriosa “busta”.