“Da circa un anno non abbiamo praticamente più rapporti, e l’ultima volta è stata lei a venire fuori casa prendendo a calci e pugni la porta. Come facevo a perseguitarla?”. E’ stata in sostanza questa, la versione dei fatti che sabato ha portato il 56enne di Terracina R.C. a dire addio al braccialetto elettronico e a tornare in libertà, a pochi giorni dalla misura cautelare dei domiciliari applicatagli per i reati di maltrattamenti in famiglia, stalking e lesioni personali pluriaggravate.
All’origine dell’ordinanza, emessa dal Tribunale di Latina a firma del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario, gli strascichi di una delicata vicenda familiare legata in particolare alla separazione tra l’uomo e la consorte, di fatto avvenuta da poco più di un anno. Storia che tra i vari, spiacevoli episodi registratisi vede anche un intervento, a febbraio 2014, dei carabinieri della Stazione locale: al culmine di una lite avvenuta nella loro casa al Calcatore, il 56enne aveva aggredito la moglie.
Portando ad indagini finite con l’invio degli atti in Tribunale, da dove, concordando con le iniziali risultanze investigative, il gip Cario aveva quindi emesso la recente ordinanza di arresto. Revocata a stretto giro dallo stesso gip, in seguito all’interrogatorio di garanzia avvenuto venerdì. L’indagato, assistito dall’avvocato Massimo Basile, ha potuto fornire la propria versione rispetto le contestazioni, incentrata sull’effettiva impossibilità di fare stalking non avendo da mesi e mesi alcun rapporto con la donna. Vista l’ultima volta, ha sostenuto, a settembre dello scorso anno: “Fuori la porta di casa, prendendola a calci e pugni”. Dichiarazioni che nell’insieme sono state evidentemente convincenti: sabato mattina, via alla misura restrittiva.