
La foto è sufficientemente eloquente, e il titolo potrebbe essere: “Paese che vai, usanza che trovi”. La stessa cosa che avranno pensato, e a ragione, a giudicare le circostanze, gli operai che stanno sistemando le ultime cose, salvo imprevisti, e vista la situazione è bene pensarci agli imprevisti, sul tetto del parcheggio multipiano “Aldo Moro” in via Vitruvio a Formia, che diventerà un’omonima piazza.
I lavori li sta eseguendo la ditta che ha vinto l’appalto per la creazione della nuova piazza, la Iga srl, e che alla fine sarà costata circa 600mila euro tra finanziamento regionale e soldi comunali. In questi giorni sono al lavoro alcuni dipendenti che si stanno occupando in particolar modo del verde che arrederà piazza Aldo Moro, eseguendo lavori di giardinaggio, ma senza alcuna misura di sicurezza per la propria incolumità.
Come il 17 marzo scorso quando, contestualmente al regolare prosieguo del cantiere sulla piazza, pochi metri più sotto, Vigili Urbani, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza constatavano una serie di irregolarità al parcheggio stesso, per cui il Comune procedeva ad una chiusura temporanea, a causa del malfunzionamento dell’impianto anticendio, scongiurando di fatto il sequestro della struttura.
Tutto, però, in spregio delle più elementari norme di sicurezza. Nella foto, infatti, si vede come alcuni operai, extracomunitari a giudicare dai tratti somatici, intenti in attività di giardinaggio, in particolare occupati a sistemare delle piante, si sporgano pericolosamente sulla balaustra – aiuola che correda la piazza, senza neanche un caschetto di sicurezza, in scarpe da tennis e alcuna protezione che potesse impedire, nel caso, una rovinosa caduta nel vuoto di almeno 4 metri. Ma visto ciò che sta succedendo al parcheggio, tra il processo per banacarotta fraudolenta della Formia Servizi, una nuova indagine della Guardia di Finanza (Procura di Cassino) sulla documentazione, quella dei carabinieri (Procura di Latina) per peculato, il sistema antincendio fuoriuso e chi più ne ha più ne metta, anche le evidenti violazioni alle norme sulla sicurezza sul lavoro non stridono affatto in tale contesto.
In Italia, nel 2014, secondo i dati diffusi dall’Inail, le morti cosiddette bianche, ovvero quelle occorse sul posto di lavoro, sono state 1009.