Messe da parte le falle procedurali della precedente misura restrittiva, rispedita al mittente dal tribunale dell’Udienza nazionale di Madrid, con conseguente scarcerazione del destinatario, il mandato di arresto europeo bis per il fondano residente in Spagna Salvatore D’Angiò è stato inoltrato giovedì mattina dal gip di Trani Francesco Messina. La notifica alle autorità spagnole, tra venerdì e sabato.
Una corsa contro il tempo, visto il pericolo di fuga del presunto mandante dell’intimidazione al tritolo che lo scorso Ferragosto, a Fondi, doveva far saltare in aria la ditta del cognato. Anche in virtù dei reati contestati al 44enne commerciante ortofrutticolo, “connessi alla detenzione di esplosivo al fine di mettere in pericolo la sicurezza della collettività mediante la commissione di attentati”. Rischia una pena fino a 15 anni.
Per un’azione criminosa nata in un contesto economico-familiare, e sventata dalla guardia di finanza di Bari. Aveva bloccato un 27enne albanese e un 28 rumeno, diretti a Fondi con una bomba contenente circa un chilo di tritolo. Da devastare, c’era una ditta ortofrutticola. Tutto stoppato grazie ad un’intercettazione telefonica e al fiuto dei finanzieri pugliesi. Che, subito dopo l’arresto dei primi due, misero le manette a una coppia di complici, un secondo albanese di 28 anni e, soprattutto, un molfettese di 38 anni. L’unico in contatto
col presunto mandante, fermato il 25 febbraio a Barcellona e tornato in libertà martedì per un vizio di forma. Mandato da rifare: per il tribunale iberico, c’erano lacune inerenti le circostanze del delitto, la pena precisa e il numero della legge infranta.