La comunità pontina, scolastica e non, ha appreso la notizia della dipartita terrena di Concetta Galantuomo, 93 anni, vedova Raso (foto gentilmente concessa dall’archivio del periodico “Confronto” di Fondi di Carlo Alberoni). Figura significante e significativa del mondo della scuola, pur nel conclamato e “intelligente” rigore che ha connotato il suo impegno dirigenziale nelle vesti di quel ruolo che i docenti del secondo millennio hanno chiamato e chiamano ancora preside, rimase sempre una autentica “magistra vitae”, recitando, o ancora meglio, svolgendo alla perfezione il compito, prima di docente e, poi, di capo di istituto, collocati paritariamente, nella coerente deontologia che ha ispirato l’intera sua esistenza, alla figura di moglie, mamma e nonna.
Umanamente burbera nel tenere sotto controllo situazioni scolastiche che non le sono mai sfuggite di mano (diresse anche la scuola allora chiamata ‘Avviamento’, una specie di scuola media di “serie B” in genere per i figli di famiglie economicamente tanto meno abbienti) faceva prevalere il sentimento di protezione materna soprattutto per quegli alunni privati, per motivi vari, da una Natura a volte matrigna, dei genitori, non sempre assenti solo per decesso, studenti che lei affidava ai pazienti samaritani della missione educativa, nonostante qualche richiesta, da parte dei docenti (che lei individuava quasi sempre tra i migliori) tesa ad avere in gestione classi “più tranquille” dal punto di vista disciplinare.
Efficiente, ispirata al senso del dovere, prima ancora di pretenderlo dai docenti e dagli alunni, lo metteva in pratica lei stessa. Tutti ricordano, agli inizi degli anni Sessanta, quando, nella tanto attesa gravidanza che le regalò quel tesoro di figlia che risponde al nome di Antonella, la preside Raso (anche per questo particolare, una volta dedicatasi ufficialmente, con il matrimonio al marito, Rocco Raso, docente, insigne scultore, creatore di opere pittoriche e scrittore, oltre che uno dei primissimi sindaci di Fondi nell’immediato dopoguerra, rifulse nell’accettare, senza velleità femministicamente personalistiche, il cognome del suo sposo con il quale fu una sola cosa fino al termine del viaggio terreno del coniuge) la preside Raso, sebbene gravata dalla prima e tanto attesa gravidanza, percorreva a piedi il lungo tratto che collega il centro di Itri, dove l’autobus effettuava la fermata, fino alla sede, in località Raìno, dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, sede ‘coordinata’ (così venivano chiamate le sedi staccate di Sora, Cassino, Frosinone, Priverno, Latina Centro e Itri, tutte dipendenti dalla struttura principale dell’istituto “San Benedetto” a Borgo Piave, diretta da un’altra figura cui la Scuola con la “esse” maiuscola deve tanto, il mai troppo compianto preside Pietro Neri).
E non ci furono assenze o permessi per gravidanza, vivendo praticamente in prima persona la sua lezione di vita e di deontologia professionale cui ispirava il suo comportamento, dal quale discendeva, poi, l’invito, garbato ma perentorio, ai docenti a mostrarsi degni del nome di formatori di ragazzi in crescita. Molti la inseriscono nell’elenco di quei presidi che hanno fatto grande la scuola pontina, dal già citato Pietro Neri, al ‘roccioso’ Giovannino Viola (che si trovò a dirigere, per un certo periodo, ben cinque istituti superiori, tra Latina e Gaeta dove l’Istituto Nautico ricevette da lui un contributo alla crescita formativa che ancora oggi tutti ricordano), da Vito Pellegrino all’Itis “Galilei” di Latina, a Cesare Bove a Priverno e ad altri, pochi numericamente, ma “eccellenti” nell’operare per la formazione dei giovani.
Il racconto del suo impegno di dirigente scolastico sarebbe lungo: lo si può compendiare con una battuta. Si mostrava burbera con gli alunni refrattari al rispetto delle norme della convivenza, più che con quelli che latitavano per buona volontà nello studio, perché preferiva sgridarli lei personalmente anziché costringere, un domani, i genitori o i parenti a recarsi a far visita loro nella “struttura” di via Aspromonte a Latina, gogna punitiva per quanti finivano per percorrere la strada che porta al delinquere.
Nell’accingerci a porgere, come redazione di h24notizie.com le condoglianze alla figliola, la prof. Antonella, docente tanto apprezzata presso il Liceo “Gobetti” di Fondi e l’ITIS “Antonio Pacinotti”, e a suo marito, Maurizio Mazzaccone, vogliamo ringraziare la preziosa collaborazione di Riccardo Di Manno, irripetibile e insostituibile figura del personale operativo in segretaria della Scuola Media “Garibaldi” dove tanti hanno avuto modo di apprezzarlo, insieme al collega e suo sincero amico, Erasmo Forcina, il quale ci ha fornito elementi utili per ricordare, con la sempre limitatezza delle parole, ma con una intensità di affetto serbato nell’animo, una persona di cui la Scuola e, con essa, la società, ha avvertito la mancanza. Per una doverosa comunicazione di servizio, aggiungiamo che il rito esequiale si svolgerà sabato 7 marzo, alle ore 15,00, presso la chiesa di San Francesco a Fondi.