Formia, Rifondazione: “La via Francigena é un’opportunità o altro?”

Intervento del Circolo “Enzo Simeone” di Formia – Partito della Rifondazione Comunista su un recente finanziamento ottenuto dal Comune per una variante alla via Francigena, lavori che però non sarebbero coperti economicamente al 100%.

Nell’ottobre 2014 l’assessore al Turismo Eleonora Zangrillo ha informato i sindaci dei comuni di Monte San Biagio, Fondi, Campodimele, Itri, Gaeta, Minturno, SS Cosma e Damiano, Castelforte, Castelnuovo Parano, Ausonia, Esperia, S. Giorgio a Liri e Coreno Ausonio, di aver trasmesso, via PEC, alla Regione Lazio il progetto relativo al bando sulla Via Francigena, denominato “Appialatina, via Francigena del Sud Lazio”, con il quale è stato chiesto alla Regione Lazio di riconoscere “una variante alle Vie Francigene ufficiali, che consenta di stabilire un raccordo tra la direttrice Appia e la direttrice Prenestina – Casilina quale premessa anche per sostenere l’ipotesi del riconoscimento della Via Micaelica”. Il valore complessivo del progetto è stato valutato in euro 126.700.


Nel dicembre 2014 dalla stampa abbiamo appreso che il progetto è stato approvato, con un esborso da parte della Regione Lazio di 61mila euro.

Ovviamente non è mancato il commento dell’assessore che si è venduta il finanziamento come l’ennesima occasione di sviluppo per il turismo locale.

*Eleonora Zangrillo*
*Eleonora Zangrillo*

“Il progetto – ha spiegato l’assessore al Turismo Eleonora Zangrillo – si articola lungo i tre piani previsti dal bando regionale: manutenzione ordinaria, servizi e comunicazione. La manutenzione ordinaria investe in particolare i tratti della Via già strutturati che si collocano sull’asse Fondi – Minturno. I servizi sono invece da assicurare a tutti i tratti ma con caratterizzazioni diverse a seconda delle peculiarità dei supporti necessari (informazioni, guide, mezzi). La comunicazione è finalizzata a raggiungere i potenziali camminatori, a coadiuvare il cammino di coloro che si sono già messi in viaggio e a far maturare nelle comunità locali la consapevolezza del fenomeno e la competenza e sensibilità dell’accoglienza, il senso della cittadinanza europea”.

“La manutenzione – ha proseguito – consisterà nel rifacimento di alcuni muri a secco di contenimento e delle staccionate di delimitazione del percorso, nel decespugliamento di alcuni tratti, nella pulizia da rami e soprattutto nella cartellonistica direzionale”. Lungo i tratti interessati, “saranno erogati anche i servizi necessari a questo tipo di turismo: dalla timbratura e accoglienza delle credenziali, alle informazioni su lavanderia, dalle spedizioni postali di bagagli in eccesso al deposito di bagagli fino al ritorno del pellegrino, dal numero telefonico di contatto continuo all’accompagnamento sul territorio, seguendo itinerari legati al patrimonio monumentale, religioso, naturalistico, folkloristico ed enogastronomico del territorio. E’ un grande progetto che risponde al nostro obiettivo di potenziare il turismo creando le condizioni per un aumento della domanda. Il risultato del bando – conclude l’Assessore – dice che la direzione è quella giusta”.

Non vogliamo apparire sempre come quelli che si oppongono allo sviluppo economico del territorio, ma di certo non possiamo non far notare come ci siano alcuni elementi che non quadrano nell’intera faccenda.

Dalla documentazione in nostro possesso apprendiamo invece che a fronte di un costo di 105mila (e non di 126.700), il costo ammissibile è pari a 61mila euro, con il contributo regionale che copre solo l’80% dell’importo complessivo (48.800euro). Quindi mancano ben 12.200 euro, che dovranno essere trovati dai comuni che hanno aderito all’invito dell’assessore Eleona Zangrillo. Altra nota stonata è l’incertezza dei finanziamenti. Infatti ci risulta che nella parte nord della provincia i lavori, iniziati nel 2013, sono stati sospesi per il ritardo dei finanziamenti della Regione Lazio e che è tutto in uno stato di completo abbandono.

D’altronde la stessa Regione Lazio ha previsto uno stanziamento complessivo, per realizzare l’intera via Francigena, che parte da Roma fino ad arrivare in Puglia, di ben 300mila euro. Insomma un bel bocconcino, troppo gustoso da lasciarsi sfuggire. Come direbbe qualcuno “A buon intenditore poche parole”.

A noi invece non rimane che la rabbia per come vengono diversamente affrontate le emergenze sociali, vero tallone d’achille di una città che a parole si professa solidale, ma che in realtà non lo è per nulla”.