ASL Latina, alcune precisazioni importanti

In relazione alle notizie di stampa comparse nei giorni scorsi su alcuni quotidiani, l’Azienda nel pieno stile di collaborazione e trasparenza voluto dalla Direzione Aziendale fin dal suo insediamento, ci tiene a comunicare quanto segue:

La Asl di Latina tra le prime della Regione Lazio ha ricondotto tutte le attività libero professionali all’interno degli spazi disponibili presso le strutture dell’Azienda, eliminando la cosiddetta libera professione “intramuraria allargata” e con essa tutte le criticità connesse all’equità nella prenotazione ed alla trasparenza dei flussi di cassa.


Dal 2014 l’ASL è impegnata a diversi livelli a cercare di ottenere l’abbattimento dei tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali per esterni.

A tale scopo sono state intraprese nel corso dell’anno 2014 numerose attività incluse nel piano aziendale di governo delle liste di attesa, come previsto dalla Regione Lazio, che continueranno anche nel 2015, mirate alla riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni erogate ai cittadini e consistenti soprattutto nella riorganizzazione dell’offerta e nel governo della domanda.

In particolare, i dati di monitoraggio disponibili dimostrano che l’Azienda ha erogato ai cittadini nel 2014 un numero di prestazioni ambulatoriali in regime istituzionale di gran lunga superiore alle prestazioni che i singoli professionisti hanno svolto in regime di libera professione intramuraria (ALPI): considerando le prestazioni “critiche” oggetto del monitoraggio regionale, in regime istituzionale sono state svolte oltre 214.000 mila prestazioni a fronte di 31.000 circa rese in ALPI.

Occorre tuttavia constatare che i tempi di attesa per le prestazioni istituzionali di “primo accesso”, nonostante la sensibile riduzione ottenuta con il progetto di abbattimento messo in campo dalla Regione, risultino ancora eccessivi e superiori a quelli in regime ALPI, diversamente dalle prestazioni rese per controlli e percorsi assistenziali organizzati che sfuggono al calcolo dei tempi medi. Tuttavia, una corretta valutazione del problema deve considerare l’incidenza degli utenti che non si presentano all’appuntamento, che rappresentano circa il 20% del totale, e di quelle prestazioni che “naturalmente” sono prenotate in tempi lunghi: per queste ultime, oggetto del recente progetto di riduzione dei tempi di attesa, la Regione Lazio ha calcolato nel 60% gli utenti che non hanno voluto usufruire della possibilità di anticipare la prenotazione.

In proposito, lo sforzo dell’Azienda, come da indicazioni regionali recenti, già in questi giorni è orientato a riorganizzare le modalità di prescrizione e prenotazione secondo classi di priorità e tempi massimi di attesa differenziati in base a criteri clinici ben definiti, secondo una strategia di governo della domanda e di appropriatezza dell’offerta, a partire dalle prestazioni di diagnostica per immagini.