E’ iniziata l’ennesima resa dei conti all’interno del Pd, di quelle che siamo abituati sempre più spesso a vedere nei vari comuni della provincia di Latina. Il primo a fare le spese nella diatriba tra maggioranza e minoranza Pd è il giovane sindaco di Priverno Angelo Delogu, un bravo e rispettabile ragazzo militante di Sel che non ha avuto la forza di mantenere la propria identità dopo la vittoria delle elezioni a sindaco, barattando l’autonomia con il miraggio della tranquillità attraverso l’ingresso nel Pd.
Un percorso che lo avrebbe portato a pieno titolo nei democratici (per il tramite degli azionisti di maggioranza il senatore Moscardelli e Salvatore La Penna il segretario del partito). A questo doveva far seguito un aggiustamento della giunta con l’ingresso di elementi vicini alla linea della segretaria estromettendo quelli in sintonia con la minoranza Pd. Un rimpasto che non ha ricevuto il gradimento del Consiglio che di fatto ha sfiduciato Delogu consentendo alla cordata anti La Penna (leggi l’intervento odierno di Sesa Amici) di affondare il dito nella piaga della gestione della segretaria provinciale. Certo è che per una banale crisi nei rapporti interni al Pd, il centrosinistra vanificherà mesi di amministrazione azzerando le istanze dell’elettorato che, ancora una volta, viene sbeffeggiato da masochistiche logiche di partito.
La prossima assemblea di partito vedrà, secondo quanto appreso, la presentazione di un documento di censura nei confronti dei presunti registi del caso Priverno, creando implicitamente i presupposti per una sfiducia allo stesso Salvatore La Penna.
La crisi, poi, sposterà a Latina, dove la minoranza chiederà la rimozione del capogruppo Alessandro Cozzolino, probabilmente a faovore di una figura terza quale Omar Sarubbo.
Si respira un brutto clima di divisione all’interno del Pd pontino: alla vigilia di un imporante appuntamento come il rinnovo dell’amministrazione comunale di Latina è proprio quel che ci vuole. I democratici stanno ancora una volta organizzando una grande sconfitta nonostante abbiano di fronte un centrodestra mai così debole.