Una malattia lo induce a mentire, i genitori alla sbarra per maltrattamenti

Il Tribunale di Latina

Al termine delle indagini erano stati dipinti come dei mostri. Un patrigno che era solito picchiare il figliastro di undici anni, lasciarlo senza cibo e persino seviziarlo. E una madre che assisteva inerte a tali violenze. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, il processo a una coppia di romeni, residenti a Sezze, lui operaio edile lei casalinga, si è però concluso con la piena assoluzione. In aula è emerso che il bambino aveva inventato tutto perché vittima di una malattia che induce a dire bugie.

Il racconto delle violenze era stato raccolto da una vicina di casa della coppia e poi dai carabinieri. Nonostante quel bambino fosse poi finito in una struttura per minori, dando troppi problemi a casa, nessuno aveva però sentito gli assistenti sociali. A chiedere di ascoltarli è stata l’avvocato Maria Teresa Ciotti, difensore della coppia e, davanti al giudice Laura Matilde Campoli, è così emerso che la presunta vittima ha un disturbo definito di tipo provocatorio positivo, in pratica un ritardo mentale che lo porta a mentire. E con tali testimonianze è stato è lo stesso pm Luigia Spinelli a chiedere l’assoluzione per la coppia, disposta dal giudice Campoli perché il fatto non sussiste.