Presentazione pubblica della lista civica “Rialzati Ventotene”

Rialzati Ventotene” è il nome della lista civica attorno alla quale si stanno raccogliendo ed organizzando le persone che in questi anni sono rimaste deluse dall’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Assenso.

Ad animare questa nuova aggregazione politica, in vista delle imminenti elezioni amministrative, è Gerardo Santomauro, 45 anni, originario di Ventotene, che da alcuni anni svolge la sua professione di notaio in Benevento. “Le ragioni di questo impegno ­ spiega Santomauro ­ nascono dalla constatazione dell’esperienza fallimentare dei dieci anni dell’amministrazione Assenso, nel corso dei quali l’immagine di Ventotene, agli occhi dell’opinione pubblica nazionale, ha subito un tracollo totale. Gran parte di quello che era stato costruito dalle amministrazioni comunali passate è franato sotto il peso dell’incapacità di questa in carica. Lunga è la lista delle inefficienze a cui questa amministrazione non ha saputo o non ha voluto dare risposta: dall’illuminazione pubblica, alle spiagge, dalla sanità alla scuola.


Ciò che però meglio le rappresenta, assurgendo ad emblema del generale decadimento in cui è sprofondata l’isola, è il campo sportivo. Un tempo fiore all’occhiello della piccola realtà isolana, per molti anni ridotto a ricettacolo di immondizia e discarica a cielo aperto ed ancora oggi fonte di pericolo per quei pochi ragazzi che ancora lo frequentano. Il muro di cinta rischia da un momento all’altro di rovinare al suolo con le conseguenze tragiche che ognuno può immaginare.

“E pensare, continua Santomauro, che il Comune aveva ricevuto il finanziamento pubblico per metterlo in sicurezza. Ma qualcuno, con assoluto disprezzo dei più elementari canoni di sicurezza, ha pensato di destinare lo stesso per creare una struttura di copertura del campo di calcetto, le cui uscite di sicurezza sfociano proprio sul muro rimasto pericolante, puntellato solo con pali di legno, aprendo nel contempo una pretestuosa vertenza giudiziaria con i privati, a cui aveva ingiunto di provvedere alla riparazione del muro a loro spese. Per inciso, va detto che il T.A.R. ha dato torto all’amministrazione comunale, ma intanto l’incomprensibile inerzia del Comune lascia persistere lo stato di pericolo.”

“Proprio non riesco a comprendere ­ continua Santomauro ­ dopo l’immane tragedia di cinque anni fa che costò la vita a due giovani studentesse romane in gita a Ventotene, come faccia il sindaco ad assumere su di sè un rischio così grave, tenuto conto che con delibera di Giunta n. 151 del 5.9.2008 erano stati decisi i lavori di messa in sicurezza”.

Gira voce che il sindaco Assenso voglia ricandidarsi, per dare all’opinione pubblica nazionale un segnale forte: “la popolazione, ad onta della sentenza di condanna, è schierata con me”.

“Vista la sua pesante capacità di condizionamento ­ replica Santomauro ­ dovuta al suo modo di concepire e fare politica, non mi stupirei affatto di vederlo rieletto” ed aggiunge: “Io ritengo che in un paese civile un condannato abbia il diritto di chiedere l’annullamento di una sentenza a lui sfavorevole e che ciò avvenga glielo auguro, ma non esiste altra strada al di fuori del processo di appello”

“Io, peraltro, ­aggiunge Santomauro ­ non do molto credito a questa versione e ritengo che la vera ragione della sua candidatura sia ben altra e con il tempo avrò modo di farla comprendere ai miei concittadini. Mi domando poi cosaprometta di buono un’amministrazione comunale che, con riguardo al faraonico progetto del tunnel di collegamento fra il porto ed il centro abitato, è stata capace, sapendo che i soldi per realizzarlo non c’erano più, avendo ricevuto dall’ente che avrebbe dovuto finanziare l’opera, la Regione Lazio, una solenne bocciatura e addirittura una denunzia alla Procura presso la Corte dei Conti, di infischiarsene altamente e di firmare ugualmente il contratto di appalto con la ditta aggiudicatrice della gara d’appalto. Giudicate voi! Per quanto mi riguarda, quando ho letto la documentazione, non volevo credere ai miei occhi. Pensavo che a tutto vi fosse un limite. Evidentemente mi sbagliavo”.