Staffetta della droga? No, erano solo in coda sulla Pontina

La S.S. 148 Pontina

Avevano giurato che loro con il carico di droga sequestrato dalla Mobile non c’entravano nulla e che l’unica loro “colpa” era stata quella di aver salutato, con un colpo di clacson, un amico incrociato sulla Pontina, trovato poi dagli investigatori con un chilo e cento grammi di cocaina in auto. Avevano assicurato che erano su quella strada solo per caso, di ritorno da Roma, e non a fare le staffette di un corriere di sostanze stupefacenti. E quella tesi ora ha convinto il Tribunale del Riesame, che ha rimesso in libertà i latinensi Angelo Travali e Davide Giordani, arrestati il 26 gennaio scorso e messi in carcere.

La Mobile, venti giorni fa, aveva arrestato nel capoluogo pontino, con l’accusa di spaccio, i due e Antonio Giovannelli. Gli investigatori avevano scovato il carico di cocaina in un cassetto porta oggetti dell’Audi A2 di quest’ultimo. Travali e Giordani erano invece stati considerati delle staffette, viaggiando a bordo di una Smart a breve distanza da Giovannelli.


I tre, difesi dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Leone Zeppieri, erano poi stati interrogati dal gip Mara Mattioli. Travali e Giordani avevano dichiarato che erano andati a Roma, sull’Aurelia, per vedere un negozio di Cisalfa, volendo aprire un’attività di articoli sportivi a Latina, e che per caso, mentre rientravano, avevano incrociato Giovannelli, limitandosi a superarlo e a salutarlo con il clacson.

Giovannelli aveva invece scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, rilasciando soltanto delle spontanee dichiarazioni, per dire che stava trasportando quella droga a Gaeta e che gli altri due non sapevano nulla della “neve”, confermando che si erano incontrati casualmente sulla Pontina. Gli arresti erano stati però convalidati e i tre indagati messi tutti in carcere.

Gli avvocati Cardillo Cupo e Zeppieri hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Roma e i giudici capitolini hanno ora annullato l’ordinanza di custodia cautelare per Travali e Giordani, ritenendo che a carico dei due manchino i gravi indizi di colpevolezza e facendoli così tornare in libertà. Nel ricorso la difesa ha dimostrato che realmente sull’Aurelia c’è un negozio Cisalfa, dove gli indagati si erano recati, e che non si può privare qualcuno della libertà soltanto perché, “incolonnato sulla Pontina a causa del traffico incrocia un altro automobilista che nasconde droga in auto”. Soddisfatta ora la difesa, per aver scardinato l’impianto accusatorio.