Sarà forse il buco di 12 miliardi di euro che anche nel 2014 l’Inps dovrà registrare, ma sta di fatto che oramai, per rimanere alla Provincia di Latina, anche i casi più gravi si vedono sistematicamente rigettare la richiesta per ottenere l’indennità di invalidità. Una storia vista e rivista, e che anche dalle pagine di h24, abbiamo più volte raccontato. L’ennesimo caso è accaduto nelle scorse settimane ad un ragazzo residente a Formia di appena 29 anni, che da circa una decina soffre di psicosi schizofrenica di tipo paranoide. Insomma un caso gravissimo che viene gestito a tempo pieno dalla madre del giovane, la quale contestualmente si trova a dover gestire la vita di altri due figli, di cui una minorenne. Una famiglia con una storia complicata alle spalle, visto che qualche tempo fa, il marito della donna, ufficiale dei carabinieri, è stato arrestato per violenze in famiglie, e quindi non ci sono di fatto entrate per la madre e i tre figli. Ma l’Inps ha rigettato la domanda del ragazzo e ora, la madre, difesa dall’avvocato Daniele Lancia, ha fatto ricorso.
Va detto che a volte i ricorsi vanno a buon fine, ma ciò che sorprende è la percentuale di rifiuto dell’ente previdenziale alla prima domanda, come se si agisse sistematicamente, per poi passare alla fase due, dove ovviamente va pagato un avvocato e allora quale “aspirante”, non prosegue nella sua trafila giudiziaria. Ma come può l’ente governativo deputato all’assistenza dei più deboli di uno Stato permettere che la gente muoia nel frattempo che vede la prima richiesta rigettata e in attesa dell’esito di un ricorso. Perchè anche questo accade, anzi anche questa brutalità fa parte di una storia vista e rivista. Gli ultimi casi, sempre per rimanere al sudpontino, sono accaduti a Formia e Gaeta. Tre pazienti, tutti affetti da tumore. Il primo un 55enne di Gaeta, è morto 1 mese dopo che gli hanno rigettato l’accompagno. Stesso discorso per una 79enne e una 65enne di Formia, che però, sono morte dopo due mesi dal rifuto dell’Inps a riconoscergli l’indennità.
Insomma, altro che assistenza e previdenza. L’Inps è in perdita miliardaria da anni, diverse indagini hanno riguardato i più alti funzionari con paghe milionarie, e intanto continuano a morire coloro che per decenni hanno versato col proprio lavoro i contributi previdenziali per situazioni di disagio e malattia nelle quali sono però lasciati soli. Si tratta peraltro di un trend in aumento, che inizia a riguardare anche la fase successiva, ovvero quella dei ricorsi. E c’è un altro aspetto poco chiaro nell’universo delle procedure per ottenere l’invalidità, e riguarda proprio i ricorsi. Accade cioè che dopo che l’Inps si sia opposta alla richiesta di ottenere l’invalidità, e quindi il cittadino si rivolga al giudice per fare un ricorso, quest’ultimo nomini un tecnico imparziale per valutare effettivamente il diritto o meno a ricevere l’indennità da parte del richiedente. Visita che stranamente viene eseguita proprio nelle sedi Inps, inopportunamente visto che proprio l’Inps si trova a essere una parte in causa nel contenzioso.