Fondi, Damasco 2: reazioni contrastati dopo le motivazioni della sentenza

La Corte di Cassazione

Che quella al centro di Damasco 2 fosse mafia, la Cassazione lo aveva confermato con la sentenza di settembre. Martedì, la pubblicazione delle motivazioni, con cui si spiegano i perché delle condanne confermate e di quelle annullate con rinvio. E soprattutto cosa ha spinto a ritenere valido il teorema principale, la presenza di un’organizzazione radicata nel tessuto di Fondi. Dal Mof al Comune, come sottolineato dalla stampa. Proprio gli articoli della stampa, non avendo ancora letto le motivazioni degli ermellini, l’unica base per i commenti a caldo della politica. Contrastanti.

“Ritengo che almeno i titoli abbiano ancora una volta voluto giocare sulle parole facendo riferimento in maniera generica a una presenza ovviamente acclarata in ragione della sentenza di Cassazione”, ha detto il sindaco Salvatore De Meo ai microfoni di Canale7. “La cosa che non mi convince assolutamente è il voler a tutti i costi far credere che questo procedimento abbia interessato in maniera sostanziale l’amministrazione. Dei dipendenti coinvolti uno è stato e prosciolto, gli altri sono stati poi giudicati per abuso d’ufficio, quindi non c’è alcun condizionamento mafioso nei loro confronti”. Per quanto riguarda l’ex assessore Riccardo Izzi, si sottolinea invece come la sentenza che lo riguarda sia stata “cancellata per la genericità delle motivazioni che non avrebbero consentito di accertare il fatto che fosse in modo permanente inserito nell’organizzazione criminale”. Sul Mof: “E’ troppo generico quando nella versione giornalistica si vuole parlare di un intero mercato completamente controllato dalla mafia”.


Lettura diversa, per l’esponente del Pd Bruno Fiore. “E’ stata riconfermata la presenza di un’associazione mafiosa che non solo esercitava la propria attività al Mercato, ma permeava l’attività del Comune”, ha commentato sempre ai microfoni dell’emittente locale. “Questo è un passaggio importante della sentenza, anche se la posizione dell’ex assessore Izzi è stata semplicemente rinviata quindi non del tutto stralciata o cancellata. C’era a Fondi un’associazione criminale che evidentemente anche con la collusione di alcuni rappresentanti della macchina amministrativa esercitava i proprio poteri. Questo rimane un fatto indiscutibile ed è molto grave anche perché alcuni di questi soggetti continuano tuttora a far parte dell’organico del Comune. Io penso che al di là delle conclusioni della vicenda giudiziaria, rimanga acclarata la presenza di queste organizzazioni malavitose”.