Seduta consiliare movimentata, martedì, alla XXIIesima Comunità Montana, dove’era in agenda la nomina del nuovo assessore in rappresentanza del Comune di Lenola, lasciata in naftalina da circa un anno e mezzo. Nomina alla fine effettuata, ma in un’atmosfera talmente tesa che, ad un certo punto, sono stati chiamati i carabinieri. A farli venire, proprio colui che poi risulterà eletto con sei voi a favore ed un’astensione, ovvero Marco Mastrobattista, esponente della civica Lenola Rinasce in quota Ncd.
Perché il ricorso all’Arma? L’ostruzionismo di Forza Italia, che detiene saldamente in mano le redini dell’ente montano: tra assenze e “fughe” dall’aula, i forzisti, intenzionati a piazzare uno dei loro, spingevano per un nuovo rinvio della seduta a causa della presunta mancanza del numero legale. Decisione contestata, fino a quando non sono state allertate le forze dell’ordine e, seguendo i dettami dello statuto, seppur tra pochi intimi la seduta ha potuto finalmente avere luogo.
Unico esponente di Forza Italia “superstite”, rimasto in evidente contrasto con gli ordini di scuderia, il lenolese Severino Marrocco, uno dei due papabili per la nomina al centro della querelle. “Va assolutamente apprezzato l’atteggiamento di estrema serietà di Marrocco che ha deciso di rimanere nell’aula a difendere con dignità il sacrosanto diritto di Lenola a vedersi rappresentata all’interno della Comunità Montana”, dice una nota di Lenola Rinasce. I cui componenti sono ovviamente inviperiti verso i compagni di partito di Marrocco: una “vergognosa sceneggiata”, uno “scandalo”. “L’atteggiamento dei consiglieri di Forza Italia è stato di assoluta scelleratezza e hanno dimostrato di avere una concezione ‘proprietaria’ della Comunità Montana”.