Bernasconi: “La Giornata della Memoria è importante soprattutto per i giovani”

La sede della Provincia di Latina

Il vice presidente della provincia di Latina Giovanni Bernasconi è intervenuto sulla Giornata della Memoria per non dimenticare l’olocausto:

“Nella data che ricorda la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, le Nazioni Unite hanno deciso di celebrare la Giornata della Memoria: ancor prima che lo facesse l’ONU, il nostro Paese aveva deciso di commemorare in questo giorno le vittime dell’Olocausto e delle leggi razziali e coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista.


Il 27 gennaio è una ricorrenza importante soprattutto per i giovani, affinché conoscano, comprendano e non dimentichino le barbarie della Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Per questo la Provincia di Latina, che oggi mi onoro di rappresentare, ha promosso il Viaggio Pontino della Memoria, proprio in occasione della Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto. A questo viaggio, che conduce gli studenti delle scuole medie del territorio nei luoghi simbolo dell’efferatezza nazista come Auschwitz e Birkenau, partecipa anche la presidente della Provincia Eleonora Della Penna: questo il motivo per cui oggi non può essere qui. I ragazzi andranno poi a Basovizza, frazione del Comune di Trieste, per visitare le Foibe, e infine saranno alla risiera di San Saba, ex stabilimento industriale di Trieste, usato dai nazisti come lager durante il periodo dell’occupazione.

Quest’anno ricorre il settantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento. Una ricorrenza importante che ci sollecita una profonda e commossa riflessione sia sulle cifre di quel massacro – si stima che sei milioni di persone siano morte nei campi di concentramento – sia sulla ferocia con cui venne attuato. Non da ultimo, sono importanti le ripercussioni culturali sul significato di termini come “legalità” e “giustizia”: non si trattò di un fenomeno limitato a pochi individui animati da fanatismo o banale crudeltà. Si trattò, invece, della sistematica volontà di annientamento di un popolo attuata dall’intero apparato tedesco, legittimato dal voto popolare e sorretto da un’ideologia che considerava quello sterminio un’autentica ragione di stato; ciò che fino ad allora era considerato un puro crimine, divenne col nazismo una pratica legale e necessaria. Alla luce di ciò, l’Olocausto rappresenta il più vergognoso esempio di dissoluzione dell’ordine legale attuato con le sue stesse regole, la dimostrazione storica dell’incapacità dello Stato di diritto di garantire le più comuni espressioni di libertà, se non ancorato a solidi principi di giustizia condivisi: da qui l’esigenza che venga ricordato per sempre, perché non si ripeta mai più.

Per questo è un privilegio poter presenziare alla consegna delle medaglie d’onore ai cittadini della nostra Provincia, e ai famigliari di coloro che non sono più tra noi, che furono deportati e internati nei lager nazisti. Queste persone, con la loro testimonianza e il loro esempio, ci ricordano un periodo drammatico e straziante, del quale dobbiamo sempre mantenere memoria, al fine di trasmetterla alle nuove generazioni ed evitare che possano ricrearsi le condizioni per un tale genocidio.”